La missione degli scorsi gironi ha visto impegnata l’astronauta italiana in una serie di attività extraveicolari al di fuori della Stazione Spaziale Internazionale

La tuta, il casco, i guanti. La vestizione in questi casi è di vitale importanza e ogni dettaglio deve seguire una specifica procedura. La tecnologia di questi indumenti li protegge da radiazioni, temperature insopportabili e pressioni atmosferiche. Perché ogni attività extraveicolare spaziale non è una semplice passeggiata fuori dalla navicella, ma un ulteriore passo verso il futuro dell’umanità. Come quando l’uomo, per la prima volta mise piede sulla luna il 20 luglio del 1969. E questa volta è toccato all’astronauta italiana, Samantha Cristoforetti, scrivere una pagina importante nella storia delle missioni spaziali. Bruciando un altro record e diventando la prima donna europea a compiere la cosiddetta “passeggiata spaziale”. Milioni di persone si sono collegate in streaming sui canali delle varie agenzie europee, americane e russe, per assistere alla missione. La Cristoforetti è lì fuori, i suoi movimenti sono rallentati dall’assenza di gravità. È impegnata in una serie di attività per l’installazione di alcune piattaforme e dell’adattatore della workstation montato sul modulo laboratorio Nauka.

La mostrina con la bandiera italiana è ben visibile sulla manica della tuta spaziale di Samantha Cristoforetti e le strisce azzurre sulla tuta la differenziano da quella con le strisce rosse indossata dal suo collega russo, il cosmonauta Oleg Artemyev, comandante della Expedition 67, la missione attualmente in corso sulla Stazione Spaziale Internazionale, impegnato come lei al di fuori della base. I due astronauti hanno, poi, il compito di far partire dieci nano satelliti progettati per raccogliere dati radio-elettronici e posizionare un braccio telescopico da Zarya a Poisk per fornire supporto alle future passeggiate spaziali.

L’evento è stato seguito e commentato in diretta dalla sede dell’Agenzia Spaziale Italiana da  Gabriele Mascetti, Responsabile dell’ufficio volo umano dell’ASI, da Barbara Negri, responsabile dell’unità Volo umano e Sperimentazione Scientifica e da Paolo D’Angelo, giornalista della Direzione Comunicazione Istituzionale. La missione nello “spazio aperto” è durata sette ore e cinque minuti dall’inizio con la supervisione del centro di controllo di Mosca che ha coordinato le operazione e deciso di interrompere prima del previsto l’attività extraveicolare per questioni di sicurezza legati all’autonomia delle batterie che alimentavano i sistemi di sostentamento delle tute dei due astronauti. La Cristoforetti e Artemyev hanno, poi, lavorato al primo robot in grado di camminare attorno al segmento russo della Stazione Spaziale Internazionale con la capacità di ancorarsi a dei punti fissi della stazione e spostare, grazie ad un braccio di oltre undici metri, carichi di diverse tonnellate. La Crew 4 a bordo della stazione spaziale proseguirà fino a settembre tutti gli esperimenti e i compiti loro assegnati nell’ambito della missione Minerva partita il 27 aprile scorso.

Davide Mosca

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