Le opere esposte dei quattro artisti hanno riscosso un ottimo riscontro grazie all’allestimento della mostra curata dagli studenti del Laboratorio di Pratiche Curatoriali del Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali dell’Università di Sassari

A giudicare dalla fila per l’ingresso alla mostra si possono già trarre alcune considerazioni. L’arte non solo è ancora uno strumento potentissimo di aggregazione culturale, ma lo è ancor di più tra i giovani. E qui ce ne sono tantissimi: pittori, curatori, artisti, ma anche tanti curiosi che hanno reso “La Dimensione del Tempo” un vero e proprio successo. Siamo a Sassari in via Enrico Costa, nel pieno centro cittadino, dove il collettivo del Curl, Laboratorio di Pratiche Curatoriali del Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali dell’Università di Sassari con il supporto della Galleria ArteCircuito, ha allestito un’esposizione speciale dedicata a quattro artisti che studiano o hanno studiato all’Accademia Belle Arti Sironi di Sassari. Amirah Suboh, Ramona Ibba, Sofia Maricosu, Pierluigi Mura.

A curare la mostra sono stati altri giovani: Giuliana Bazzoni, Francesco Faedda , Antonella Lai, Martina Ledda, Alice Loriga Marta Manchinu, Barbara Monfreda, Anna Pileri, Angelica Ricciu, Silvia Virgilio sotto la guida della direttrice del Curl, la professoressa Giuliana Altea e della coordinatrice Camilla Mattola. La Dimensione del Tempo esplora la dicotomia sociale del lento e veloce. Attraverso il tempo del ricordo, dell’azione, della denuncia e della contemplazione, si altera nella nostra percezione soggettiva il reale scorrere dei secondi.

I colori di Amirah Suboh invadono il supporto pittorico e gli occhi di chi guarda conquistandone la mente. L’immagine fissata dalla fotografia viene stravolta attraverso vari interventi, dalle pennellate materiche ai tratti di grafite; i ricordi e i significati mutano: la vita infatti, sostiene Suboh, «non può essere concepita come unica, ma come teatro di molteplici dimensioni fra questo e i mondi possibili».
La necessaria lentezza dei gesti compiuti da Ramona Ibba oppone «il tempo lungo del lavoro antico alla velocità del sistema odierno», vorticoso e in perpetuo movimento. Al tempo stesso ne traspare un senso di evasione, con i fili che si estendono oltre la tela come lenzuola annodate di un carcerato che evade dalla prigione.

Gli squali dipinti da Sofia Maricosu riflettono, con una forte carica espressiva, l’impatto violento della società e delle sue logiche di sfruttamento in nome del profitto. L’artista lavora sull’ambivalenza del soggetto rappresentando scene cruente che denunciano una problematica socio-ambientale perlopiù ignorata (molte specie di squali sono in via di estinzione, con gravi ripercussioni sull’ecosistema marino e non solo). È possibile associare queste immagini anche a un senso di generale decadenza e imbarbarimento della società in cui viviamo.
Pierluigi Mura esplora il binomio eterno/attimo. Chiaramente influenzato dai principi del ready-made duchampiano, il ricorrere nel suo lavoro del motivo della frutta sigillata in barattolo è metafora di un tempo sottratto al suo fruire e cristallizzato nell’adesso. La simmetria degli spicchi degli agrumi viene distrutta, ricomposta e cristallizzata nel tempo attraverso l’intervento esterno dell’artista, sigillata sottovetro ed esposta; ma basterebbe un solo gesto affinché tutto svanisca.

Davide Mosca

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