Più di cento opere esposte con 47 dipinti, molti dei quali provenienti da Kunsthistorisches Museum di Vienna
L’immagine della donna del Cinquecento veneziano, catturata dall’estro e dal genio di Tiziano, è la protagonista della mostra in programma a Palazzo Reale a Milano fino al 5 di giugno. Accanto alle opere del famoso pittore di Pieve di Cadore si potranno ammirare anche quelle di altri cinque celebri contemporanei: Giorgione, Lotto, Palma il Vecchio, Veronese e Tintoretto. Eleganza, sensualità, bellezza che conquistarono nella loro riproduzione un ruolo tutto particolare nella Venezia del Cinquecento che attribuì alle donne di quel periodo alcuni diritti e privilegi che erano negati in altri luoghi del Paese. A curare la mostra è stata Sylvia Ferino che ha ricoperto il ruolo di direttrice della Pinacoteca del Kunsthistoriches Museum di Vienna e che per questa iniziativa ha avuto il sostegno del Comune di Milano, di Palazzo Reale e di Skira editore.
Varcata la soglia di Palazzo Reale si potrà percorrere un viaggio nel tempo attraverso un centinaio di meravigliose opere, di cui 47 dipinti e tra questi ben 16 firmati da Tiziano. Molti dei quadri esposti arrivano proprio dal Kunsthistorisches Museum di Vienna cui si aggiungono sculture, oggetti di arte applicata come gioielli, una creazione omaggio di Roberto Capucci a Isabella d’Este (1994), libri e grafica. «L’esposizione – ha spiegato la curatrice Sylvia Ferino – aspira a riflettere sul ruolo dominante della donna nella pittura veneziana del XVI secolo, che non ha eguali nella storia della Repubblica o di altre aree della cultura europea del periodo. La struttura portante dell’esposizione affronta in otto sezioni un argomento eternamente valido ma anche completamente nuovo, presentando l’immagine femminile attraverso tutto l’ampio spettro delle tematiche possibili e nel contempo mettendo a confronto gli approcci artistici individuali tra Tiziano e gli altri pittori del tempo. Partendo dal tema del ritratto realistico di donne appartenenti a diverse classi sociali, passando a quello fortemente idealizzato delle cosiddette “belle veneziane” si incontrano via via celebri eroine e sante, fino ad arrivare alle divinità del mito e alle allegorie. Inclusi nella mostra anche i ritratti e gli scritti di famosi poeti che cantarono l’amore ed equipararono la ricerca del bello all’esaltazione della donna e della bellezza femminile, come anche ritratti delle donne scrittrici, nobildonne, cittadine e anche cortigiane».
Le bellissime donne veneziane dipinte sono in genere ritratte a mezza figura e fortemente idealizzate: donne comunque reali o presunte tali spesso rappresentate con vestiti scollati che lasciano intravedere le forme, senza mai però voler lanciare un messaggio di spregiudicatezza sessuale, ma anzi come simbolo di apertura, sincerità e verità. Ritratti che andarono a sostituire quelli di donne delle classi patrizie e borghesi. Tra le muse di Tiziano, infatti, c’erano Isabella d’Este, marchesa di Mantova, o sua figlia Eleonora Gonzaga, duchessa di Urbino. Non veneziane in questo caso, ma rappresentative di quella bellezza “moderna”, fatta di forti personalità, che il pittore voleva comunicare e raccontare.
Davide Mosca