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La lotta alle microplastiche prosegue nel mar Tirreno

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11/08/2020

È partito il nuovo tour di Greenpeace: sotto la lente degli studiosi i livelli di inquinamento e lo stato di salute del Santuario dei cetacei

È tornata a solcare il mar Tirreno. E a guidarla è sempre la stessa e nobile missione: analizzare i livelli di inquinamento, combattere la plastica e le microplastiche e valutare, allo stesso tempo, gli impatti dei cambiamenti climatici. E tutto questo alla fine del lockdown, periodo in cui l’attività dell’uomo si è fortemente ridotta. Nelle scorse settimane è così partito, da Porto Santo Stefano, in Toscana, il nuovo tour di Greenpeace. La campagna si chiama semplicemente Difendiamo il mare ed è organizzata con la collaborazione della Fondazione Exodus di don Mazzi, che ha messo a disposizione la barca a vela Bamboo. A far parte della spedizione i ricercatori dell’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino del Cnr di Genova e del Distav dell’università Politecnica delle Marche. E poi ancora gli esperti di flora e fauna marina costiera dell’università di Genova e dell’istituto Thethys. Insomma, una bella pattuglia di studiosi che ancora una volta ha unito due elementi fondamentali della battaglia in difesa degli ambienti marini: ricerca e informazione. Tra le altre cose la barca di Greenpeace ha seguito la rotta dei cetacei nel cosiddetto Santuario dei cetacei, dove purtroppo si registra la presenza di troppa plastica.

Il tour di Greenpeace ha toccato alcune aree marine protette e le zone fortemente colpite dall’inquinamento da plastica, incluse le foci dei fiumi Tevere e Arno, ormai considerate delle vere e proprie autostrade di rifiuti verso il mare. «Il nostro pianeta, e in particolare il nostro mare, è malato a causa dell’inquinamento da plastica e dei cambiamenti climatici – spiega Giuseppe Ungherese, responsabile campagna, come riporta l’Ansa -. La pandemia che viviamo ci insegna che non c’è più tempo da perdere: dobbiamo vincere la battaglia della plastica monouso e quella invisibile della microplastica». La partenza della barca Bamboo è stata tra l’altro accompagnata dalla presentazione dei risultati di uno studio realizzato durante il May day Sos plastica del 2019. Una ricerca che ha dimostrato quanto il mar Tirreno sia purtroppo interessato dalla presenza delle microplastiche. Diverse le situazioni critiche, registrare in particolare a Capraia, nella foce del Tevere e nel porto di Olbia. Proprio qui, nel golfo olbiese, il Comune ha però appena promosso l’installazione di dieci Seabin. E cioè gli innovativi cestini che raccolgono i rifiuti del mare, a cominciare dalla plastica e dalle microplastiche. Per sostenere il nuovo tour di Greenpeace e le sue ricerche è possibile donare qualsiasi somma attraverso la piattaforma ufficiale.

 

Dario Budroni

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