La mappa delle specie sconosciute
Il progetto dell’università di Yale sarà di supporto allo studio e al mantenimento della biodiversità sulla Terra
Sono tante e tutte da scoprire. No, non si tratta delle simpatiche creature collezionabili giapponesi che popolano la app PokemonGO, ma delle numerose specie animali presenti sul nostro pianeta e di cui ancora non sappiamo nulla. Secondo una stima, infatti, delle specie attualmente conosciute in natura risulta catalogato solo tra il 10% e il 20%, una cifra davvero esigua. Per aiutarci nella loro scoperta, un team di ricercatori della prestigiosa università americana di Yale sta mettendo a punto una mappa per identificare i luoghi dove potrebbero celarsi le specie animali ancora nascoste.
Il progetto – lanciato il 22 marzo e pubblicato sulla rivista scientifica Nature Ecology and Evolution – è il seguito spirituale della “Map of Life”, un database digitale, a opera dello stesso team, che permette di tracciare la distribuzione di tutte le specie conosciute sul pianeta. Con la “mappa delle specie sconosciute”, invece, l’intento dei ricercatori è quello di riuscire a catalogare – e così a preservare – le specie a rischio di estinzione, ma delle quali potremmo non sapere nemmeno l’esistenza. La filosofia utilizzata non è più “quante specie ci sono?”, quanto piuttosto “dove e come” queste possano essere trovate. Per questo motivo il progetto segue un criterio di 11 fattori per riuscire a identificare con successo le specie nascoste e dove queste potrebbero trovarsi, come ad esempio luoghi inaccessibili o aree scarsamente popolate. Mario Moura, principale autore della ricerca e professore alla Federal University di Paraiba, ha reso noto anche un ulteriore criterio chiave per trovare le specie sconosciute: il numero di tassonomisti che le stanno cercando, e un maggiore stanziamento di fondi potrebbe aiutare la ricerca la ricerca scientifica. Nonostante tutti gli accorgimenti, però, la possibilità di successo cambia a seconda del territorio esplorato.
Grazie anche al sostegno di partner internazionali, Moura conta col tempo di estendere la ricerca e di riuscire a mappare così tutta la vita marina, le specie invertebrate e anche le piante. Lo sviluppo progressivo della mappa delle specie sconosciute potrebbe essere decisiva, nei prossimi anni, per preservare la biodiversità, sempre più compromessa dai cambiamenti climatici e dall’intervento dell’uomo.
Francesco di Nuzzo