La porta degli inferi
La Solfatara di Pozzuoli fa parte dei quaranta vulcani dei Campi Flegrei. È una delle mete preferite dai turisti di tutto il mondo
Il fango ribolle e le profondità della terra rilasciano gas e vapori dall’odore a tratti soffocante. La Solfatara di Pozzuoli è un luogo che contribuisce a rendere la Campania una terra davvero unica al mondo. Si tratta di un vulcano attivo ma in stato quiescente da un qualcosa come duemila anni. Poco distante dal centro di Pozzuoli, comune che fa parte della città metropolitana di Napoli, la Solfatara è uno dei quaranta vulcani che, tutti insieme, costituiscono i Campi Flegrei. Visitata fin dall’antichità, la Solfatara di Pozzuoli è anche una delle mete preferite dai turisti che sbarcano in Campania per una indimenticabile vacanza tra storia e bellezze naturali.
Un vulcano attivo
La Solfatara di Pozzuoli ha una forma ellittica dal perimetro di 2.300 metri. È un cratere vulcanico che non erutta da due millenni ma che è comunque caratterizzato da fenomeni di vulcanismo secondario, come per esempio le fumarole, le mofete e alcuni piccoli vulcani di fango. Tutto attorno, invece, a dominare è il verde della macchia mediterranea. La principale fumarola, che rilascia vapore acqueo maleodorante e che può raggiungere una temperatura di 160 gradi, è chiamata Bocca Grande. All’interno della Solfatara, inoltre, si possono ancora ammirare le stufe antiche, delle costruzioni realizzate nel corso dell’Ottocento per rivestire delle grotte naturali con l’obiettivo di facilitare e incentivare le cure termali, oggi non più praticate. C’è poi il pozzo d’acqua minerale, anche questo utilizzato in passato per le cure termali, e la vicina fangaia: qui l’acqua piovana e la condensazione del vapore acqueo, entrate a contatto con il materiale argilloso della zona, formano del fango che ribolle per via delle alte temperature del suolo.
La Solfatara tra passato e presente
Da sempre l’attività della Solfatara di Pozzuoli ha attirato l’attenzione e la curiosità dell’uomo. Strabone, geografo e storico greco vissuto in epoca romana, indicò la Solfatara come Forum Vulcani e come la dimora del dio Vulcano. In altre parole, la porta degli inferi. Utilizzato nel corso dei secoli anche per l’estrazione di minerali, e divenuto anche meta prediletta dei facoltosi viaggiatori del Grand Tour, il sito vulcanico campano fu ufficialmente aperto alle visite nel 1900. Oggi la Solfatara di Pozzuoli, restrizioni dovute alla pandemia di Coronavirus a parte, è sempre visitabile. Per maggiori informazioni collegarsi al sito ufficiale del vulcano.
Dario Budroni