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La Reggia di Caserta omaggia il grande architetto Vanvitelli

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11/03/2024

Una mostra mette in luce il genio illuminato di questo grande architetto che era stato chiamato alla corte del re Carlo di Borbone per realizzare una delle opere più maestose mai viste prima

Con le sue 1.742 finestre, 123 ettari di Parco Reale, 3 km di Via d’Acqua e oltre 200 specie botaniche nel Giardino Inglese, viene considerata una delle residenze reali più grandi al mondo. Qui il re Carlo di Borbone posa la prima pietra che cambierà per sempre le sorti di questo territorio. L’idea era quella di costruire una nuova capitale del Regno non lontana da Napoli, ma nell’entroterra. Nacque così la Reggia di Caserta, un gioiello architettonico firmato dall’architetto Luigi Vanvitelli che oggi ci invidiano in tutto il mondo e che per molti è anche più bella della Reggia di Versailles. Il complesso vanvitelliano, Palazzo Reale, il Parco Reale, Il Giardino Inglese e l’Acquedotto Carolino e la Colonia di San Leucio fanno parte del complesso che nel 1997 è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO. Una mostra dal titolo “Visioni”aperta al pubblico fino al 15 luglio dà modo di cogliere l’occasione per visitare questo scrigno di bellezze. Oltre cento opere raccontano l’ingegno dell’architetto Luigi Vanvitelli, architetto progettista della Reggia, attraverso gli occhi di Luciano d’Inverno e Luciano Romano. Due progetti, uno dal titolo “Attraversamenti” firmato da D’Inverno e “Genius et Loci – La drammaturgia dello sguardo”ad opera di Luciano Romano che hanno avuto anche il privilegio di esser stati ammirati dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella lo scorso 29 febbraio.
«Nell’era del fluire e del sovrapporsi veloce e sconnesso delle immagini, del succedersi indistinto di prodotti visuali, ammassati come quantità indistinta e priva di qualità, il fascino della fotografia – commenta il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – rimane inalterato. La foto cattura la realtà, come molti altri strumenti tecnologici, ma imprimendo una unica e poetica sospensione all’attimo che imprigiona con lo scatto. Contro il tempo che veloce passa e contro il pastiche mediatico che tutto banalizza, la fotografia diviene gesto con cui custodire l’istante e renderlo eterno».
I due progetti, oltre a fornire un ulteriore contribuito alla conoscenza della figura di Vanvitelli, intendono affinare lo sguardo, sempre più incline a comunicare attraverso le immagini, e a evidenziare come la fotografia contemporanea possa essere in grado di rappresentare con sempre maggiore efficacia gli episodi salienti della storia dell’arte, grazie alla propria capacità di veicolarne con immediatezza il significato e il senso. L’iniziativa si inserisce all’interno dei programmi calendarizzati per celebrare i 250 anni dalla morte del grande architetto Luigi Vanvitelli.

Davide Mosca

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