La Sardegna favorita per l’installazione del potente Einstein Telescope
Il potente “occhio” europeo sull’universo potrebbe essere realizzato nella miniera dismessa di Sos Enattos a Lula
Il più grande e potente osservatorio terrestre mai realizzato potrebbe avere sede in Sardegna. A Lula. Il comune del nuorese si staglia a 521 metri sul mare e secondo gli scienziati e ricercatori la miniera dismessa di Sos Enattos potrebbe essere il luogo ideale per ospitare l’ambizioso progetto europeo denominato Einstein Telescope. Un sofisticatissimo telescopio di terza generazione in grado di “cavalcare” le onde gravitazionali per raggiungere e esplorare gli angoli più reconditi dell’universo. Affascinante il fatto che tutta la struttura di rilevazione verrà installata nel sottosuolo con un interferometro di forma triangolare e bracci che si estenderanno nel cuore della terra per dieci chilometri.
C’è grande aspettativa in Italia e in Sardegna per questa iniziativa che porterebbe sul territorio un importante impatto socioeconomico per il territorio. Ma Lula non è il solo sito a concorrere per l’installazione dell’Einstein Telescope, gli studiosi avrebbero pensato, infatti, anche ad un’altra alternativa: Limburgo nei Paesi Bassi al confine tra Olanda, Belgio e Germania. Al momento, però sembrerebbe essere proprio la Sardegna e Lula la favorita nella scelta, per le particolari caratteristiche fisiche e ambientali. Gli apparati devono essere infatti costruiti in regioni a basso rumore sismico sia di origine naturale (attività sismica) che antropica (attività umane, industriali, produttive, trasporti).
Non solo: la geologia del sito deve permettere una costruzione stabile di grandi caverne, poco soggetta alla presenza di acqua sotterranea. Queste caratteristiche rendono la Sardegna la regione ottimale per la realizzazione di ET e il sito di Lula, in particolare, risulta ottimale. Non a caso, l’impegno assunto dal Ministero dell’università e della ricerca italiano a ospitare in Sardegna questa nuova infrastruttura è supportato da prestigiosi enti di ricerca e università nazionali. «Una grande speranza per la Sardegna, che conquisterebbe un ruolo di rilievo assoluto nel mondo scientifico. Sappiamo di avere le carte in regole e attendiamo fiduciosi gli esiti della procedura – ha spiegato il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas -. Dal profondo della terra si vedrà l’universo: pensare che a Sos Enattos possano nel prossimo futuro sorgere i laboratori per l’ET ha un significato enorme per la Sardegna e per i sardi», ha aggiunto il presidente. L’Einstein Telescope nasce dal finanziamento della Commissione europea che ha incassato il sostegno politico di Italia, Paesi Bassi, Belgio, Polonia e Spagna. Ma il consorzio ET, con sede temporanea presso l’European Gravitational Observatory (Ego) di Casina a Pisa, raggruppa ben quaranta istituti di ricerca francesi, tedeschi, ungheresi, norvegesi, svizzeri, inglesi. L’Ego è l’attuale rivelatore europeo di onde gravitazionali.
«Ci crede la Regione, che ha già impegnato 3,5 milioni di euro del bilancio regionale sullo sviluppo del laboratorio, e ci crede tutta l’Isola, la politica, il mondo scientifico, le comunità locali – ha spiegato l’Assessore Fasolino – Al di là del grande valore scientifico e culturale, la realizzazione di Et nel nuorese avrebbe un significativo impatto socioeconomico per il territorio. Il nuovo rivelatore gravitazionale è un’opportunità di sviluppo unica nel suo genere, un motore di sviluppo, innovazione e crescita per la Sardegna, l’Italia e l’Europa intera», ha concluso l’esponente della Giunta Solinas. La selezione del sito (o dei siti) di ET sarà sottoposta a bando a gennaio 2022 e la decisione finale sulla scelta del migliore sito verrà presa entro settembre del 2024.
Davide Mosca