La sfida di Hyundai: nel 2023 i taxi saranno volanti
La casa automobilistica ha ideato insieme a Uber dei nuovi mezzi dedicati agli spostamenti nelle metropoli
Benvenuti nel futuro. Nei cartoni animati giapponesi si vedevano già negli anni Ottanta, ma adesso le auto volanti si preparano a diventare realtà. Il 2020, per quanto riguarda il mondo dei motori, si apre infatti con una sfida appena lanciata dalla sudcoreana Hyundai: un piccolo velivolo che permetterà alle persone di spostarsi velocemente da una parte all’altra delle metropoli. I taxi volanti a sei eliche si chiamano S-A1 e sono sono stati progettati per rendere la mobilità più sostenibile e aggirare in questo modo il traffico che paralizza sempre di più le strade urbane.
Hyundai ha presentato il suo progetto nel corso del festival Ces di Las Vegas. Inoltre ha annunciato che i suoi taxi volanti entreranno in produzione a cominciare dal 2023. Tra le altre cose, sarà fondamentale la collaborazione con Uber, cioè l’azienda americana che fornisce un servizio di trasporto attraverso la sua applicazione e che già a sua volta aveva presentato gli Uber Air.
I futuri taxi trasporteranno un massimo di quattro passeggeri, ai quali si aggiungerà il pilota del mezzo. Volare a bordo dei futuristici mezzi volanti, comunque, non sarà particolarmente costoso. Lo ha assicurato Youngho Chi, Chief innovation officer di Hyundai, che ha parlato di «voli democratici» e «alla portata di tutti». Insomma, non sarà una tecnologia a disposizione di pochi. Il responsabile della Urban air mobility della casa automobilistica ha poi sottolineato: «Siamo all’alba di una nuova era in cui il tempo dedicato agli spostamenti si ridurrà drasticamente». Particolarmente soddisfatto anche Eric Allison, manager di Uber: «Non siamo un’azienda che produce velivoli e non vogliamo diventarlo. Vogliamo essere la piattaforma operativa delle città in tutto il mondo». Gli ideatori dei taxi volanti, infine, hanno spiegato che un giorno non troppo lontano il numero dei taxi volanti supererà di gran lunga quello degli aerei di linea.
Dario Budroni