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La sfuggente dimensione dell’immaginario collettivo

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21/03/2024

Il dialogo artistico dall’esplosiva unicità Armani-Fallai raccontato in un’ampia esposizione di scatti che attraversano gli anni della loro collaborazione

Fino al 11 agosto gli spazi Armani/Silos ospitano “Aldo Fallai per Giorgio Armani, 1977-2021”. Il genio dell’eclettico stilista Giorgio Armani e del visionario fotografo Aldo Fallai, si fondono irrimediabilmente. L’inventiva di Armani incontra il talento di Fallai, capace di concretizzare le sue idee in suggestivi ritratti. Inimitabile combinazione che ha immediatamente instaurato e definito le fondamenta di un’estetica che ha persuaso.
Spiega Giorgio Armani: “Lavorare con Aldo mi ha permesso, fin da subito, di trasformare in immagini reali la fantasia che avevo in mente: che i miei abiti non erano soltanto fatti in una certa maniera, con certi colori e materiali, ma rappresentavano un modo di essere, di vivere. Perché lo stile, per me, è un’espressione totale. Insieme, in un dialogo sempre fluido e concreto, abbiamo creato scene di vita, evocato atmosfere, tratteggiato ritratti pieni di carattere. E rivedendo oggi tutto il lavoro realizzato, sono io stesso colpito dalla forte suggestione che questi scatti sanno ancora emanare, e dalla grande capacità di Aldo di cogliere le sfumature della personalità.”
A cura dell’omonimo Giorgio Armani, della fidata sorella Rosanna Armani e del braccio destro dello stilista Leo Dell’Orco, l’itinerario espositivo serpeggia su due piani del silos, disponendo circa duecentocinquanta fotografie narranti l’equilibrio relazionale tra le due figure risalente agli anni Settanta. Il sodalizio artistico tra i due sboccia precedentemente al lancio dell’etichetta Armani del 1975 e addirittura prima del suo debutto da libero professionista nel 1970.
All’epoca, il fiorentino Fallai è un grafico dalla particolare affezione per il mondo della fotografia; mentre Armani, uno stilista freelance ai suoi albori. Un turbinoso susseguirsi di eventi e occasioni crea le migliori condizioni per il travolgente incontro di attitudini. Questo scaturisce nella tanto ricercata realizzazione (della visione) di entrambi. Risoluto a riscrivere i canoni della moda, Armani mette al centro i mutamenti sociali nei sovversivi contrasti degli anni Settanta, ricalcando la crescente affermazione femminile e il vestire più conscio dell’abbigliamento maschile.
Mentre, affidandosi alla sua ferrata conoscenza e passione per la storia dell’arte, Fallai definisce i confini di un immaginario evocativo il neorealismo e le produzioni cinematografiche, fondendole al clamore della pittura manierista toscana e tardo rinascimentale, raggiungendo il fine ultimo di plasmare una atmosfera estremamente autentica. Il sagace sguardo del fotografo si focalizza principalmente sul genere classico del ritratto, però elaborandolo intimamente in un’individuale sintesi alla moda. La predilezione per il bianco e nero trionfa sul rullino a colori. Suonano le fanfare trionfanti. Ne risultano eleganti ritagli di vita sospesi tra le pieghe del tempo, capaci di rapire il cuore in una dimensione estatica. Una limpida utopia così vicina da permettere di scorgervi il proprio riflesso.
Fallai mette a nudo i soggetti ghermiti dal suo obbiettivo. Ne svela l’indole più autentica facendo degli abiti una velatura puramente accessoria dell’essere. I fotogrammi estrapolati da lungometraggi e i ritratti pubblicati, divulgano le nuove collezioni materializzando il punto d’appoggio della visione cardine dell’etica Armani. L’eleganza non è né vanto né ostentazione; è un richiamo alla memoria, l’essere ricordati per merito di questa.
“Il lavoro con Giorgio è stato il frutto di un dialogo naturale e continuo, e di grande fiducia da parte sua. Entrambi eravamo interessati a mettere in luce un aspetto dello stile legato al carattere e alla personalità, e questo si è tradotto in immagini che appaiono attuali oggi come ieri: una qualità resa evidente dall’allestimento della mostra, che non segue una sequenza cronologica. Dei trent’anni della nostra collaborazione ho ricordi vividi. Le produzioni erano sempre agili, snelle: si otteneva il risultato con pochi mezzi e senza effetti speciali. Questo, penso, ha fatto breccia nel pubblico”, esprime Aldo Fallai.
L’esotismo degli orientalisti francesi, i Preraffaelliti e Caravaggio, sono ulteriori ispirazioni dell’artista che generano l’armonia delle forme aperte escogitate dal fotografo anticonformista. Esse generano la possibilità d’interpretazione nei confronti di chi le ammira, creando mondi aperti, a completa discrezione dell’osservatore.

Sibilla Panfili

Credit Foto: Courtesy Giorgio Armani

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