L’atelier delle meraviglie
Nell’atelier di Jaeger-LeCoultre a Le Sentier, tra spirali, miniature e… farfalle
Ci sono marchi che rendono indimenticabili le visite nelle loro manifatture. Manifatture di grande tradizione, che accolgono un patrimonio di conoscenze e artigianalità unico.
È il caso di Jaeger-LeCoultre e della propria manifattura di Le Sentier. Un luogo nel quale tradizione orologiera e lavorazioni artigianali a mano si fondono con la modernità dei macchinari più moderni, per produrre segnatempo unici.
Edifici antichi e moderni
Una fusione che è già visibile dagli edifici che compongono la manifattura. Il primo corpo di fabbrica risale al 1833, il secondo edificio al 1866, l’ultimo al 1888.
Uniti all’inizio del ‘900 una volta che in valle arrivò l’elettricità, necessaria a far funzionare i nuovi macchinari, sono ora integrati con edifici moderni che portano la superficie della manifattura a circa 25mila mq.
Nella manifattura lavorano 1200 persone, 1000 delle quali nelle fasi di produzione; tra esse, gli orologiai sono ben 200.
L’officina di Jaeger-LeCoultre
Come in tutte queste realtà produttive, la visita inizia dai reparti di produzione dove vengono realizzati i componenti piatti dei calibri
Vere e proprie officine, dove si lavora in mezzo al frastuono delle macchine che ricavano i vari pezzi dalle barre di metallo grezzo che arrivano lì, pronte per essere lavorate.
Il reparto nel quale sono realizzate le platine diventa una sorta di ponte tra la macchina e l’uomo; qui i pezzi sono trattati dalle macchine per rimuovere i residui lasciati dalla lavorazione meccanica.
Gli artigiani terminano quindi il lavoro manualmente, per togliere le tracce di polvere e le imperfezioni rimaste.
L’infinitamente piccolo
Il mondo più affascinante della manifattura si rivela però nei reparti in cui si lavora sull’infinitamente piccolo.
Ecco allora comparire, allineate su un tavolino, le diverse spirali, simbolo di eccellenza di Jaeger-LeCoultre: da quella piatta, la più comune, a quella cilindrica, alla semisferica e a quella sferica, la più pregiata, che equipaggia i Gyrotourbillon.
Prodotte in un apposito laboratorio e brevettate dalla Maison, sono regolate a mano al microscopio da un’unica persona, Aline, sulle cui spalle c’è la responsabilità della precisione di ciascun segnatempo che esce dalla manifattura.
Orologi e farfalle
Restando poi nel regno del piccolo, scopriamo una cosa insospettabile: per creare un orologio eccellente, sono fondamentali le farfalle.
Una secrezione prodotta da un particolare lepidottero che vive nel Sudest asiatico, dotata di una straordinaria capacità adesiva, viene infatti utilizzata dalle lavoratrici per fissare i rubini sintetici alle due estremità dell’ancora dello scappamento.
Questa secrezione agglutinante può essere sciolta e solidificata fino a tre volte, per consentire di posizionare perfettamente i rubini qualora ci fossero degli scarti significativi nella loro lunghezza.
Un’operazione svolta tutta al microscopio date le dimensioni delle componenti in gioco, di gran lunga le più piccole dell’orologio.
I Métiers Rares: vanto di Jaeger-LeCoultre
Opere d’arte di micromeccanica al servizio di opere d’arte vere e proprie, create invece negli atelier delle complicazioni, delle decorazioni e dei Métiers Rares.
L’atelier delle complicazioni, diviso tra grandi complicazioni e complicazioni, ha il volto di Christian Laurent, responsabile delle grandi complicazioni.
Lavora in manifattura da 48 anni e, oltre a essere un maestro orologiaio tra i più capaci al mondo, è anche una star di Instagram con diverse migliaia di follower.
Dalla passione e dall’energia con cui ci ha raccontato le grandi complicazioni della Maison, abbiamo capito il perché.
L’atelier dei Métiers Rares è stato invece creato nel 2016, per riunire i circa trenta artigiani che lavorano ai mestieri rari, in modo che possano condividere idee, ispirazioni e contaminarsi.
Tutte le forme dell’eleganza
Vi si realizza il guillochage, decorazione fatta con un macchinario che risale agli anni Venti dalla signora Muriel, l’unica in manifattura in grado di eseguire questa operazione a mano.
Un lavoro complesso, per il quale serve una coordinazione perfetta tra mano destra e mano sinistra: una gira il tornio, l’altra traccia le righe del guillochage.
Un lavoro tramandato con l’esperienza, che non può andare perduto: Muriel, infatti, sta formando un giovane orologiaio che possa apprenderne i segreti.
Dopo il guillochage c’è la smaltatura, perché Jaeger-LeCoultre è una delle poche manifatture con smaltatori interni.
Si tratta di quattro donne che realizzano tutto, dal grand feu alle miniature, decorando i quadranti, cuocendoli e rilavorandoli fino al prodotto finale.
Le stesse signore tramandano il sapere ai più giovani, perché non esiste una vera e propria scuola che li formi.
Poi ci sono gli incisori, che personalizzano casse e fondelli. Per loro, l’incisione di una sola iniziale di un nome può necessitare di due giorni di lavoro, settimane nel caso di lettere particolari o simboli di famiglia.
Esperienza, passione e concentrazione sono indispensabili per chi fa questo lavoro, così come per chi si occupa dell’incastonatura.
Famosa in Jaeger-LeCoultre la tecnica dello “snow setting”, che consiste nel posizionare i diamanti in diverse angolazioni in modo da creare un effetto neve splendente sul quadrante. Gli artigiani che la praticano sono così esperti che creano il castone su misura per la pietra dando a quest’ultima una semplice occhiata.
Dalla nostra visita abbiamo quindi avuto la conferma di una cosa: queste manifatture sono i volti delle persone che le animano con la loro passione, senza la quale ciascun orologio, per quanto bellissimo, sarebbe solo una macchina perfetta ma senza anima.
Davide Passoni