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Le Domus de Janas candidate come Patrimonio mondiale Unesco

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26/02/2024

A darne comunicazione con soddisfazione il Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano

Sono uno straordinario esempio di quanto la Sardegna sia antica e speciale. Segni tangibili di un passato che trova le sue origini più di cinque milioni di anni fa, quando gli uomini prenuragici abitavano l’Isola e scavavano queste piccole grotte dove deporre i propri defunti. “Domus de Janas”, casa delle fate, questo è il nome che identifica questi sepolcri monumentali disseminati in tutta l’Isola. Sono circa 3500 e sono spesso mimetizzate nella vegetazione della campagna sarda. Non solo l’immenso patrimonio dei nuraghi dunque, ma anche questo incredibile esempio di arte funeraria. Ed è di questi giorni la notizia che in molti aspettavano: “Le Domus de Janas” sono state candidate come patrimonio mondiale dell’Unesco.
Grande la soddisfazione del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano al termine del Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale italiana per l’UNESCO, che ha deliberato oggi la presentazione ufficiale della candidatura del sito “Arte e architettura nella Preistoria della Sardegna. Le domus de janas” per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.
«Sono lieto che la Commissione Nazionale UNESCO abbia accolto la proposta del Ministero della Cultura e abbia deciso di presentare le domus de janas per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale. I 26 siti presi in considerazione custodiscono una testimonianza storico-culturale di eccezionale valore universale che ben illustra la ricchezza del patrimonio sardo». La candidatura, promossa dall’Associazione Centro Studi Identità e Memoria – Sardegna e sostenuta dalla Regione Sardegna, dalla rete dei Comuni delle Domus de janas e dai 37 Comuni coinvolti nel progetto, è stata coordinata dal Servizio UNESCO del Segretariato generale con l’assistenza degli Uffici territoriali competenti del Ministero della Cultura.
Il sito seriale, formato da 26 componenti, identifica un’epoca particolarmente importante per la storia dell’isola al centro del Mediterraneo, compresa tra il V e il III millennio a.C. Le componenti individuate si riferiscono ai monumenti più rappresentativi di questo periodo storico, che va dal Neolitico medio all’Età del rame, e riferibili ai due grandi fenomeni dell’ipogeismo e del megalitismo. Entrambi, diffusi nelle coeve civiltà europee, assumono in Sardegna aspetti e connotazioni peculiari, che testimoniano gli scambi con il mondo esterno, ma allo stesso tempo le originali rielaborazioni locali. La candidatura sarà sottoposta all’esame degli organismi consultivi del Comitato del Patrimonio Mondiale e poi, nel 2025, alla valutazione del Comitato della Convenzione del 1972.

Davide Mosca

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