Le origini italiane della Venere di Willendorf

La statuetta sarebbe stata scolpita nella zona del Lago di Garda

A più 100 anni dalla sua scoperta un gruppo di ricercatori dell’Università di Vienna ha rivelato il luogo d’origine della Venere di Willendorf, manufatto in pietra calcarea risalente al Paleolitico e attualmente conservato presso il Naturhistorisches Museum della capitale austriaca. La Venere di Willendorf è stata tra i primi manufatti di questo tipo a essere trovati, e sono ancora molti gli interrogativi che li circondano. Ancora si discute su quale fosse la funzione di queste veneri paleolitiche, che forse indicavano un primitivo culto della femminilità o della Dea Madre.

La ricerca è stata condotta sfruttando una nuova tipologia di scansioni di tomografia micro computerizzata, che possono arrivare a una risoluzione di 11,5 µm (micrometri). Attraverso lo studio di queste scansioni si è potuto così risalire al luogo d’origine dei materiali di cui è composta la statuetta: si tratterebbe della zona a nord del Lago di Garda, più precisamente presso Sega di Ala in Trentino. La regione, infatti, sarebbe ricca degli stessi sedimenti calcarei di oolite con cui la Venere è stata modellata. La scoperta non getta luce solamente sulla sua provenienza, ma anche sulla distribuzione demografica della cultura che l’ha prodotta. La statuetta è stata rinvenuta nel 1908 presso l’omonima area di Willendorf – in Bassa Austria – dall’archeologo Josef Szombathy. Attribuita alla cultura gravettiana, possiede una storia di quasi 30mila anni e rappresenta una forma femminile dai caratteri fisici piuttosto pronunciati. Secondo i ricercatori questi risultati potrebbero indicare la mobilità del popolo gravettiano e il trasporto da Sud a Nord di manufatti da parte di gruppi nomadi precedenti all’Ultimo massimo glaciale (circa 20mila anni fa). È possibile leggere online la ricerca per intero sulla rivista scientifica Nature Portfolio.

Francesco di Nuzzo

crediti foto: Kharmacher, Via Wikipedia