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“L’isola de’ Sardi”. Luoghi e nomi di Sardegna che hanno ispirato la Divina Commedia

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25/08/2021

Molti all’Inferno, pochi in Purgatorio mentre il Paradiso può attendere. Nella sua opera, Dante Alighieri ha con l’isola e con i suoi abitanti un rapporto piuttosto conflittuale. Forse perché non la visitò mai e non poté accorgersi del fatto che… il vero Paradiso è lì

A 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, la sua poetica è più viva che mai e sono molti i luoghi del territorio italiano che hanno ispirato la sua opera più importante, la Divina Commedia. Tra questi figura anche “l’isola de’ Sardi”, come la definisce Ulisse nel XXVI canto dell’Inferno.

Su un dettaglio dobbiamo però metterci il cuore in pace: non ci sono prove del fatto che Dante sia stato in Sardegna. Quasi certamente però è la Sardegna ad aver visitato Dante, almeno attraverso le testimonianze e gli scambi epistolari che il poeta intratteneva con amici e personalità della sua epoca. Non è dunque difficile trovare nel suo viaggio ultraterreno qualche riferimento all’isola, se non citazioni esplicite, che il dantista e filologo novecentesco Tommaso Casini ha raccolto nel volume Ricordi danteschi di Sardegna.

Nell’Inferno, nel VIII canto, a colpire il poeta sono le mura delle Malebolge, l’ottavo cerchio dove sono puniti i fraudolenti. Le bolge sono cerchiate da mura “di pietra color ferrigno”, che sarebbero state ispirate dalle mura fortificate del quartiere Castello di Cagliari. Malebolge che, tra l’altro, ospita due sardi, Frate Gomita di Gallura e Michele Zanche di Logudoro, puniti come barattieri, coloro che oggi sarebbero colpevoli di concussione.

La montagna del Purgatorio richiama, invece, il panorama dell’isola di Tavolara che si può ammirare dalle coste della Gallura. Ed è sempre nel Purgatorio che Dante si esprime – per mezzo dell’amico Forese Donati – in maniera poco lusinghiera nei confronti dei costumi delle donne barbaricine: “ché la Barbagia di Sardigna assai ne le femmine sue più è pudica che la Barbagia dov’io la lasciai”.

La Sardegna è quindi presente nelle prime due cantiche della Commedia. Ma il Paradiso? All’interno dell’opera il giudizio di Dante non sembra dei più amichevoli nei confronti del popolo sardo, tanto da non garantire subito la salvezza eterna agli isolani, accusati, tra l’altro, di parlare troppo della propria isola: “E a dir di Sardigna le lingue lor non si sentono stanche”, dice di Frate Gomita e Michele Zanche. Basta però ammirare il mare della Costa Smeralda, la cattedrale rossa di Arbatax e le regge nuragiche per capire che se esiste un Paradiso, di sicuro la Sardegna ne fa già parte.

 

Francesco di Nuzzo

 

Crediti fotografici: mostra “Dante. La visione dell’arte”, Forlì, Musei San Domenico 30/4 – 11/7 (2021).

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