I 100 anni dalla nascita di Bauhaus e l’influenza del movimento nel mondo delle lancette
Bauhaus è senza dubbio uno dei movimenti più potenti del Ventesimo secolo, che ancora oggi continua ad avere una profonda influenza su arte, architettura e design. Il centenario del movimento, celebrato nel 2019, ha visto omaggi dalle più svariate discipline: fotografia, museologia, design e orologeria.
La nascita e la missione di Bauhaus
La nuova e radicale scuola d’arte Bauhaus fu fondata a Weimar, in Germania, nel 1919 dall’architetto Walter Gropius. Nella sua breve esistenza durata quattordici anni, durante i quali si trasferì prima in alcuni nuovissimi edifici a Dessau e quindi in una fabbrica di telefoni in disuso a Berlino, Bauhaus riunì un gruppo di pensatori, artisti e creatori che iniziò a gettare le basi per una nuova forma di società.
In questo senso, Bauhaus era più che una scuola; era un laboratorio prolifico di esperimenti sociali e idee utopiche. Bauhaus si rifiutò di distinguere tra arte “fine” e artigianato. Agli studenti venivano insegnate ceramica, legatoria, lavorazione del legno, lavorazione dei metalli, tessitura, pittura, scultura, teatro e fotografia con l’obiettivo esplicito di fondere arte e industria.
L’esistenza di Bauhaus deve essere considerata nel contesto di un Paese, la Germania, messo in ginocchio dagli esiti della Prima Guerra Mondiale. Oskar Schlemmer, che insegnò pittura nella scuola, dichiarava: “Di fronte alla difficile situazione economica, è nostro compito diventare pionieri della semplicità, ossia trovare una forma semplice che sia rispettabile e genuina per tutte le necessità della vita”.
Questa componente sociale guidò la ricerca di Bauhaus verso spazi funzionali e oggetti altrettanto razionali che avrebbero potuto essere prodotti in serie. Le linee fluttuanti dell’Art Déco scomparvero.
Rarità e unicità non erano più desiderabili; gli oggetti dovevano essere adatti all’uso quotidiano e i progetti adattati alla produzione su larga scala, un principio riassunto al meglio dalla famosa massima “la forma segue la funzione”. Inevitabilmente, tale pensiero sperimentale si scontrò con l’ideologia nazista, che etichettò Bauhaus come “sovversivo” e come esempio di “bolscevismo culturale”. Nel 1933 lo staff di Bauhaus decise così di sciogliere il gruppo e di chiudere la scuola.
Dal design all’orologeria
Bauhaus ha rapidamente trovato terreno fertile nell’orologeria, dove la sua estetica senza fronzoli si è dimostrata perfettamente adatta all’utilità quotidiana che ci si aspetta da un orologio.
I quadranti sono stati privati di dettagli superflui per una maggiore leggibilità, le lancette hanno perso le loro curve puramente decorative, le casse hanno assunto forme semplici e facilmente lavorabili, i numeri romani sono stati sostituiti da numeri arabi, di lettura più immediata, o da indici lunghi e sottili.
Bauhaus, Lange e Junghans
Da questo minimalismo è emerso uno stile davvero funzionale, stranamente bello. I primi quadranti influenzati dl Bauhaus furono prodotti negli Anni ‘20 e ‘30 da Weber & Baral, allora il più grande produttore di quadranti al mondo che a un certo punto fornì anche A. Lange & Söhne a Glashütte: un pezzo di Lange del 1937 è uno dei primi orologi documentati in stile Bauhaus.
Tuttavia, sarebbe un’altra manifattura, la Junghans, fondata nel 1861 a Schramberg, nel Baden-Württemberg, a stabilire davvero l’estetica di Bauhaus nell’orologeria grazie alla sua collaborazione con Max Bill, un artista svizzero.
Ex studente della scuola Bauhaus, il primo design di Bill per il marchio, nel 1956, fu un orologio da cucina. Lo seguì due anni dopo un orologio da tavolo e poi, nel 1961, un orologio da polso. Quest’ultimo sarebbe diventato una collezione destinata a incanare l’essenza dello stile Bauhaus e l’idea di Bill di “realizzare orologi il più lontano possibile da qualsiasi tendenza; orologi senza tempo ma che non dimenticano il tempo“.
L’eredità vive in Germania
Anche Stowa, un’altra ditta tedesca, fu tra le prime ad adottare lo stile Bauhaus, appena dieci anni dopo la sua fondazione nel 1927; un’influenza che continua nella gamma di Antea di oggi.
Sempre in Germania, è significativo il caso del marchio Junkers, che nella prima metà del ‘900 era il più grande produttore di aerei tedesco. Nella città di Dessau, Junkers lavorò a stretto contatto con i fondatori di Bauhaus per progettare gli alloggi necessaria per la sua forza lavoro, in rapida espansione. Quando l’azienda entrò nel settore dell’orologeria alla fine degli Anni ’90, riprese questa eredità sviluppando una collezione a tema Bauhaus che ancora ha in catalogo.
L’ispirazione della scuola di Gropius è evidente anche in NOMOS Glashütte. Il suo Tangente è una lezione di stile Bauhaus, sebbene non sia l’unica delle sue collezioni ad adottare un ethos minimalista. Quasi ogni orologio NOMOS è infatti un esempio di estetica sobria ed essenziale.
E l’elenco non finisce certamente qui. Solo restando in Germania annoveriamo i marchi Braun, Laco, Defakto, Aristo e MeisterSinger tra quelli che perpetuano la tradizione Bauhaus, mentre sono pochi quelli che, al di fuori della Germania, si ispirano così chiaramente al movimento. Tra essi, il danese Skagen del gruppo Fossil, e l’inglese Uniform Wares, che utilizza movimenti svizzeri.
In sostanza, avendo avuto origine in un periodo di turbolenza politica e sociale, Bauhaus è diventato il simbolo duraturo di una particolare visione del mondo. Gli orologi creati per celebrare il suo centenario, sono la prova della sua continua influenza sullo stile.
Davide Passoni