Man Ray in mostra al Palazzo Ducale di Genova
Le opere del fotografo americano saranno esposte presso l’Appartamento del Doge fino al 9 luglio
Quella di Emmanuel Radnitzky è stata una vita all’insegna dell’assurdo. Artista poliedrico e innovatore, con il nome di Man Ray è tra gli esponenti di spicco del surrealismo e del dadaismo e nel corso della sua carriera ha esplorato nuovi modi di “fare arte” che sono alla base delle correnti contemporanee. Un’eredità artistica raccolta e presentata nelle oltre 300 opere dell’esposizione “Man Ray – Opere 1912 – 1975”, in mostra al Palazzo Ducale di Genova dall’11 marzo fino al 9 luglio presso l’Appartamento del Doge. Il percorso espositivo ripercorre la vita e la carriera di uno dei più importanti artisti del Novecento, presentando il suo lavoro in sette sezioni differenti a cominciare dal suo esordio nel 1915 fino agli anni della maturità artistica. Durante la mostra verranno proiettati anche diversi reperti video e pellicole prodotte nel corso della sua carriera.
Oltre alle immancabili visite guidate, sono stati organizzati diversi percorsi creativi dedicati agli alunni delle scuole primarie dell’infanzia di I e II grado, per imparare divertendosi l’arte e la tecnica fotografica di questo grande artista. La mostra è curata da Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola ed è organizzata dall’impresa culturale Suazes insieme a Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura.
La mostra
I visitatori di Palazzo Ducale avranno modo di rivivere lo sviluppo delle ricerche di Man Ray decennio dopo decennio seguendolo nelle sue peregrinazioni tra gli Stati Uniti e l’Europa, lungo otto capitoli che ne illustreranno i temi caldi. In mostra troveremo icone come le Violon d’Ingres con la leggendaria Kiki de Montparnasse, o A l’heure de l’observatoire – Les Amoureux, con le labbra di Lee Miller in volo sul paesaggio, ma anche rivoluzionari esperimenti tecnici come i rayographs e le solarizzazioni, e ancora i ready-made di matrice surrealista, le sculture come Venus restaurée, ironica riflessione sulla classicità, o le sorprendenti pellicole d’avanguardia – Le Retour à la raison (1923), Emak Bakia (1926), L’Étoile de mer (1928), Les Mystères du château du dé (1929) proiettate in un ambiente separato per gustarne tutta la magia.
“Non curante, ma non indifferente”
Man Ray, nome d’arte di Emmanuel Radnitzky, è stato un artista e fotografo americano, tra i principali esponenti del movimento artistico del surrealismo e del dadaismo. Le sue fotografie combinano in maniera originale forma, luce e struttura e, invece di rappresentare oggetti reali, risultano in immagini spesso assurde ed oniriche. Negli anni ’20, a Parigi, Man Ray crea i primi Rayographs (rayografie), immagini ottenute senza l’uso della macchina fotografica, ma mettendo a contatto i soggetti con materiale fotosensibile, una tecnica innovativa che venne accolta in maniera favorevole dalla comunità artistica della capitale francese. È stato, inoltre, uno dei primi fotografi ad utilizzare la tecnica della solarizzazione, che consiste nell’esporre parzialmente alla luce una foto in fase di sviluppo, creando così un effetto di inversione dei toni. Oltre alla fotografia, Man Ray si è distinto anche nella pittura, scultura, disegno e nel cinema, ed è stato tra i primi ad utilizzare la tecnica del ready-made, impiegando nei suoi progetti oggetti comuni privati della loro funzione utilitaristica. Tra i lavori più conosciuti si ricordano i ritratti di personalità illustri del mondo dell’arte – come quello dell’amico Marcel Duchamp, di Pablo Picasso e di Salvador Dalì – e le fotografie surrealiste, tra cui “Violon d’Ingres” e “Le Beau Temps”.
Francesco di Nuzzo