La mostra esperienziale è visitabile alla Reggia di Portici, sede del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’, fino al 31 dicembre 2023
La mostra, fino al 13 ottobre 2023, prevede un percorso che prende avvio da un’ambientazione con luci e suoni che richiamano il momento dell’eruzione, per poi proseguire con un “set” che attraverso colori e profumi immerge il visitatore all’interno di un’officina di un falegname. Il percorso prosegue con una sezione che immergerà i visitatori nel fronte mare della città, facendo loro rivivere i momenti di chi tentava di salvarsi scappando verso l’acqua. In questa sala sono esposti resti di imbarcazioni e oggetti legati alla pesca, molti dei quali in legno, sughero, cordame e cuoio molto ben conservati. E ancora sale con oggetti e suppellettili in legno, fino a una proiezione multipla che propone immagini dei reperti che scorrono su sei monitor, con iscrizioni in italiano, latino e inglese.
Durante l’eruzione del 79 d.C., a Ercolano accadde un fatto eccezionale: elementi architettonici e oggetti in legno non andarono distrutti, ma sono arrivati a noi ben conservati. Una mostra alla Reggia dei Portici al Parco Archeologico di Ercolano racconta questa straordinaria storia presentando al pubblico oltre 120 oggetti in legno che la lava ha carbonizzato. Utensili, elementi architettonici, armadi, casse, tabernacoli, letti, tavolini: sono queste le tipologie di oggetti che ci consentono inoltre di conoscere come nell’antichità era lavorato il legno, ricostruendo così le tecniche di falegnameria ed ebanisteria. Curata dal direttore del Parco Archeologico di Ercolano Francesco Sirano e dall’archeologa Stefania Siano, Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano “attraverso un percorso più emozionale che descrittivo”, sottolinea Sirano, “si svolge tra le varie declinazioni dell’antica e sapiente arte del legno, ponendo lo spettatore a diretto contatto con reperti unici, accompagnati dall’intensità dei profumi della materia legnosa, trasformata dagli antichi artigiani in preziosa suppellettile. Seguendo il filo rosso del tempo, l’esposizione esplora anche il rapporto funzionale ed estetico tra il mobilio antico e quello moderno, evidenziando la connessione tra i saperi dell’ebanisteria antica e le abilità degli artigiani campani contemporanei”.
Sibilla Panfili