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Micro Era. Media Art from China

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15/01/2020

La videoarte come riflessione sulla Cina contemporanea

I cambiamenti economici, politici e tecnologici avvenuti in Cina a partire dagli anni Ottanta furono nel 2001 al centro della mostra Living in time. 29 contemporary artists from China alla Hamburger Bahnhof-Museum für Gegenwart di Berlino, una riflessione lungimirante attraverso le opere di 29 artisti contemporanei cinesi.

Portando avanti questo progetto, al Kulturforum di Berlino è in corso fino al 26 gennaio 2020 la mostra collettiva Micro Era. Media Art from China, che presenta i lavori recenti degli artisti cinesi  Cao Fei, Lu Yang, Fang Di e Zhang Peili.

Dalle immagini di film documentari all’uso adattato del linguaggio cinematografico classico fino all’estetica dell’Anime giapponese, le opere di questa mostra si concentrano ed esplorano le relazioni tra mente, corpo e tecnologia, con installazioni e video monocanale che vanno dagli anni Ottanta ad oggi. Nel contesto euro-americano, la videoarte è spesso considerata come una forma d’arte democratizzante, grazie alla rapida circolazione di informazioni ed eventi globali veicolati dalle tecnologie ad accesso rapido.

Cao Fei, Fang Di, Lu Yang e Zhang Peili prendono in esame la seducente tesi di questa democratizzazione, riflettendo nel loro linguaggio visivo l’impatto della produzione dei beni di massa, l’uso e l’abuso delle immagini e della realtà virtuale. Con un sostanzioso apporto di riferimenti documentari, narrativi e installativi vengono presentate le tendenze e gli sviluppi della Media Art in Cina e la sua espansione nel mondo virtuale.

Cao Fei (1978) combina nei suoi lavori commenti sociali, estetica pop-culturale e riferimenti al surrealismo e al cinema documentario, riflettendo i rapidi e caotici cambiamenti che stanno avvenendo nella società cinese di oggi. L’artista presenta per la prima volta in Germania le opere Asia One (2018) e 11.11 (2018), un’installazione multimediale che riguarda il settore della logistica, trasmettendo una  visione iperreale di un futuro prossimo e mostrando gli effetti della crescita economica accelerata, degli sviluppi tecnologici e della globalizzazione sulla società.

Le opere di Fang Di (1987) trattano la questione del razzismo in un contesto geopolitico più ampio. Incorporando materiali cinematografici tratti da notiziari e documentari, i suoi lavori combinano diversi linguaggi visivi per esaminarne criticamente le interconnessioni. Nella sua prima esibizione istituzionale su larga scala in Europa, Fang Di presenta tre progetti: Minister (2019), Sepik River Ring (2019) e The Magical of Pipes (2019), basati sull’esperienza di lavoro dell’artista in Papua Nuova Guinea per una società che si occupa di costruire ed espandere reti intercontinentali tra la Repubblica Popolare Cinese e oltre 60 altri paesi africani, asiatici ed europei.

Lu Yang (1984) intreccia nelle sue installazioni architetture virtuali e fisiche. L’artista attira lo spettatore in un inferno di immagini di realtà aumentata e di emozioni manipolate simbolicamente, rappresentate dalla stimolazione magnetica transcranica. Con riferimenti consapevoli al buddismo tradizionale, alle religioni techno, al cyber femminismo e alle sottoculture giapponesi, le sue opere ruotano intorno a stereotipi di genere, credenze scientifiche e stili di vita post-umani. Per Micro Era, Lu Yang ha realizzato una grande installazione che ricorda le costruzioni labirintiche dei Comic Contro.

Zhang Peili (1957) è un pioniere dell’arte multimediale, il suo ruolo è stato cruciale per lo sviluppo dell’avanguardia cinese e per la nascita e diffusione della videoarte cinese. I suoi primi lavori sono spesso associati agli eventi socio-politici che si sono verificati durante il periodo d’oro del movimento New Wave dell’‘85, che ha portato alla canonizzazione in Cina delle nozioni di xingwei yishu (performance art) e yingxiang yishu (video art). Per Micro Era, Zhang Peili presenta opere di video arte pionieristica, come 30×30 (1988), Document on Hygiene No. 3 (1991) e, per la prima volta in Germania, le installazioni Uncertain Pleasure I (1996) e Opposite Space (1995). L’opera video monocanale 30×30  è spesso indicata come la prima opera di videoarte prodotta in Cina.

La mostra Micro Era. Media Art from China è curata da Anna-Catharina Gebbers con Victor Wang, Yang Beichen e Pi Li, e sostenuta dalla Nationalgalerie di Berlino.

 

Nathalie Anne Dodd

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