Milano, il sindaco sogna una città smoking free
Le sigarette saranno presto vietate nelle fermate dei bus. Ma il fumo potrebbe essere messo al bando anche a San Siro
Quindici anni fa sono state messe al bando dai luoghi chiusi. E tra qualche tempo scompariranno anche dai luoghi all’aperto. La tendenza è questa e Milano vuole fare da capofila: presto, per esempio, le sigarette usciranno di scena dalle fermate dell’autobus. Nel frattempo, invece, si cercherà di rendere lo stadio di San Siro, il più grande in Italia, un’area totalmente smoking free. La battaglia anti fumo del sindaco Beppe Sala è particolarmente decisa e l’obiettivo finale è quello di vietare le sigarette in tutta la città entro il 2030. I motivi sono sostanzialmente due: la questione del fumo passivo e l’inquinamento. Secondo alcuni studi e analisi in mano al Comune, i maggiori responsabili dell’inquinamento, auto e industrie a parte, sarebbero infatti anche i fumi delle sigarette, dei forni a legna delle pizzerie e degli ambulanti che tengono i motori accesi.
L’azione del sindaco Beppe Sala sarà comunque graduale. A marzo, per esempio, il consiglio comunale sarà chiamato a votare un piano per il clima che vieterà di fumare nelle fermate degli autobus e del tram e anche durante le file presso gli uffici comunali. «Entro il 2030 non permetteremo più di fumare all’aperto, ma subito alle fermate degli autobus non si fumerà, o comunque in coda per i servizi erogati dal Comune» ha spiegato il sindaco Milano. «È chiaro che il tema del 2030 è una visione, ma quando parli di spazi aperti e mi fumi di fianco, se mi dà fastidio ho la libertà di spostarmi. Se sono alla fermata, se sono allo stadio, non ho la libertà di spostarmi, quindi da questo punto di vista è una restituzione di diritti a coloro a cui il fumo come minimo dà fastidio, probabilmente fa anche male, e non hanno possibilità di evitarlo» ha poi aggiunto Beppe Sala. Già avanzata dall’ex sindaca Letizia Moratti, torna quindi di attualità l’idea di bandire le sigarette dallo stadio di San Siro. Anche per questa soluzione non servirà di certo aspettare fino al 2030.
Dario Budroni