L’iconica parabolica dell’autodromo italiano è stata dedicata al grande pilota della Ferrari scomparso vent’anni fa
Fu uno dei più forti. L’ultimo italiano a vincere un gran premio al volante di una Ferrari. Nel 1985 si laureò anche vicecampione del mondo, sempre in sella al cavallino rampante, alle spalle di una leggenda come Alain Prost, che invece correva su McLaren. Michele Alboreto è stato senza dubbio uno dei piloti più amati della storia della Formula 1. Per questo, a vent’anni dalla sua morte, è stato deciso di intitolargli la curva parabolica del leggendario e velocissimo autodromo di Monza, in occasione del Gran Premio d’Italia. Una scelta, presa dall’Automobile club d’Italia, che ha come obiettivo quello di ricordare nel migliore dei modi il pilota italiano in quella che è una delle curve più iconiche della Formula 1 e non solo.
La curva parabolica che porterà il nome di Alboreto venne costruita nel lontano 1955, prendendo il posto di due tornanti pavimentati con cubetti di porfido e uniti da un breve rettifilo. «Prese il nome dal disegno e dalla traiettoria che descriveva: una linea ad arco crescente, simile ad un arco di parabolica – si legge sul sito ufficiale dell’autodromo di Monza -. Dopo aver superato l’imbocco più stretto che segue il rettilineo opposto a quello di partenza, i piloti possono percorrere il tratto finale della curva in piena accelerazione, scorrendo verso l’esterno e imboccando il rettifilo del traguardo a piena velocità».
Nato a Milano nel 1956, Michele Alboreto iniziò la sua carriera proprio nel campionato Formula Monza nel 1976. Poi, negli anni Ottanta, il meritato esordio in Formula 1, dove corse per la Tyrrel e poi con la Ferrari, con la quale divenne vicecampione del mondo. In tutto, in Formula 1, vinse cinque Gran Premi. Più avanti, partecipò anche ad altre competizioni automobilistiche e, tra le altre cose, vinse la 24 Ore di le Mans nel 1997. Michele Alboreto morì improvvisamente, a soli 44 anni, il 25 aprire del 2001 a causa di un incidente nell’autodromo di Lausitz, nel corso di alcuni test.
Dario Budroni
Credit: foto Alboreto di Luciano Serra da Wikimedia