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Nasa ed Esa utilizzeranno un braccio robotico tutto italiano per “conquistare” Marte

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29/07/2022

Il gioiello della robotica spaziale sarà sviluppato dal Gruppo Leonardo che sarà capofila di un consorzio di aziende europee

Che l’Italia stia giocando un ruolo da protagonista nella cosiddetta “corsa allo spazio” è cosa ormai nota. Lo dimostrano le collaborazioni con le principali agenzie mondiali per le forniture di tecnologie all’avanguardia made in Italy da utilizzare nelle missioni spaziali più complesse. Il tutto grazie ad una delle aziende più importanti del nostro Paese, il Gruppo Leonardo, leader indiscusso a livello mondiale nel settore aerospazio e sicurezza. Ed è di questi giorni, infatti, l’accordo della prestigiosa company italiana e l’agenzia europea ESA per la progettazione, la produzione, l’integrazione e il collaudo di un braccio robotico denominato Sample Transfer Arm per il programma Mars SampleReturn. Un’iniziativa congiunta di Esa e Nasa (l’agenzia spaziale americana) che ha l’obiettivo di recuperare le provette lanciate dalla missione Mars2020 per raccogliere il terreno marziano e depositarle su un razzo che le riporti sulla terra per quella che chiamano una “storica consegna interplanetaria”. «Maneggiare i preziosi campioni marziani e prepararli per la consegna in un incredibile viaggio da Marte alla Terra è un’impresa straordinaria. Dalla sua nascita alle prime manovre su Marte, questo braccio robotico è una testimonianza della quantità enorme di competenze e know-how di cui disponiamo in Europa. Il Sample Transfer Arm sarà lo strumento che contribuirà all’evoluzione della scienza planetaria» ha commentato David Parker, Direttore Esplorazione Umana e Robotica dell’ESA. Il Sample Transfer Arm è un gioiello della robotica spaziale. È stato progettato per essere autonomo, estremamente affidabile e robusto.
La sua architettura imita quella di un braccio umano, con spalla, gomito e polso, ed è dotato di cervello e occhi incorporati. Il robot può eseguire un’ampia gamma di movimenti con sette gradi di libertà. Due telecamere e una miriade di sensori sono in grado di decidere la linea d’azione migliore e coordinare i movimenti di conseguenza. Durante la progettazione e la costruzione del braccio robotico si terrà conto delle sfide poste dal difficile ambiente marziano, come l’abbondante polvere e le temperature estreme (-130 °C/+70 °C). Leonardo sarà capofila di un consorzio industriale europeo con aziende spagnole, francesi, rumene, danesi, greche, svizzere e ceche che contribuiranno alla costruzione di questo braccio robotico. «I nostri investimenti ci permettono oggi di affermare il ruolo di primissimo piano che l’Italia avrà nella esplorazione di Marte e, in particolare, nel programma Mars Sample Return», ha dichiarato con grande soddisfazione il presidente dell’Agenzia Spaziale italiana Giorgio Saccoccia.

Davide Mosca

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