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12/07/2019

17 pittori per l’arte del XXI Secolo.

L’uomo contemporaneo è Faust, con le sue debolezze e il suo coraggio, e la storia di ognuno di noi oscilla tra il rispetto dei limiti e la volontà di superarli. Pensiamo a quando non ci vogliamo rassegnare a una certa condizione e ci sforziamo di andare avanti, di trovare una soluzione. Oppure pensiamo alla malattia o al processo di invecchiamento. In quei momenti, così come Faust si fa aiutare da Mefistofele, noi ci facciamo aiutare dalla scienza o dalla medicina. Pensiamo a quando siamo stressati, presi da mille impegni e travolti dall’ansia di non riuscire a fare tutto. Allora capita che ci rivolgiamo al medico per farci prescrivere qualcosa che ristabilisca quell’equilibrio compromesso e ci permetta anche di andare oltre ciò che il nostro corpo e la nostra mente sono capaci di sopportare. Ecco che il Faust che è in noi si manifesta: non accettiamo i limiti e vogliamo superarli. E se il mondo antico esortava al rispetto dei limiti, il mondo contemporaneo ne enfatizza il superamento.

Incontriamo Raffaele Quattrone, sociologo e curatore di arte contemporanea, che ha affrontato questi temi nel suo ultimo lavoro, NewFaustianWorld, in cui dà voce a 17 emblematici artisti che interpretano il presente e il futuro dell’uomo, lasciando un segno coraggioso e unico. Sono Glenn Brown, Tiffany Chung, Akunyili Crosby, Songsong Li, NS Harsha, Imran Qureshi, Raqib Shaw, Philip Taaffe, Maurizio Cannavacciuolo, Andrea Chiesi, Alberto Di Fabio, Kepa Garraza, Alessandro Moreschini, Mauro Pipani, Terry Rodgers, Josep Tornero e Jan Worst.

Chi era nel mondo antico l’uomo virtuoso?
Orazio, uno dei maggiori poeti dell’età antica, sintetizza molto bene l’ideale dell’uomo virtuoso con la sentenza est modus in rebus, “c’è una misura in tutte le cose”. Per gli antichi l’uomo virtuoso era infatti un uomo misurato, un uomo che doveva stare nel mezzo tra due estremi (il troppo e il poco) considerati entrambi, per la cultura dell’epoca, inaccettabili. L’uomo doveva muoversi all’interno di quei confini che gli Dei gli avevano assegnato e a ogni eccesso o atto d’orgoglio (hybris era il termine greco) seguiva una punizione (tisis) che ristabiliva l’ordine. Una concezione che non risparmia nemmeno un eroe come Ulisse che osa andare oltre le Colonne d’Ercole, cioè oltre la geografia e il mondo conosciuto e pertanto viene punito. Le Colonne d’Ercole esprimevano metaforicamente il “limite della conoscenza” e Ulisse osa andare oltre quello che era nella sua natura di mortale, di uomo.

In che cosa differisce l’uomo contemporaneo dal Faust di Goethe?
Se per gli antichi l’uomo virtuoso era tale perché misurato, per noi contemporanei l’uomo virtuoso è tale proprio perché smisurato. Uno che sta nel mezzo, che non è “né carne né pesce” diremmo nel linguaggio comune, lo guardiamo con sospetto. Non ci piace il suo non prendere posizione. L’uomo contemporaneo deve essere attivo, artefice, creatore del suo destino. E in questo cambio di prospettiva c’è la rivoluzione portata dalla Modernità che, dal Rinascimento, passando per le grandi scoperte geografiche e la rivoluzione scientifica, arriva fino ai giorni nostri. Goethe recupera un personaggio della cultura tradizionale tedesca e per la prima volta gli conferisce una connotazione positiva, sintomo di tempi e predisposizioni oramai mutate. Faust fa un patto con il Diavolo: potrà esperire tutta la conoscenza possibile, senza limiti, a patto di non legarsi mai all’attimo perché altrimenti si accontenterebbe diventando simile a tutti gli altri uomini. Laddove ciò avvenisse la sua anima andrebbe al Diavolo. E ciò purtroppo avviene ma la sua anima vola in Paradiso, questo a testimonianza che in Goethe ha una valenza positiva. Quel Faust teso tra una forza che lo spinge verso il basso e una che lo eleva verso l’alto è la più grande rappresentazione di quello che noi siamo oggi, nella nostra vita di tutti i giorni.

Come muta il rapporto dell’uomo con i limiti nella Modernità?
Il Rinascimento, ponendo l’uomo al centro dell’universo, apre le porte alle grandi scoperte con le quali vengono superati i limiti della geografia e che tuttora non abbiamo esaurito: pensiamo alle spedizioni nello spazio. La rivoluzione scientifica permette di superare una visione mitica, magica e religiosa del mondo. L’uomo è così liberato da una concezione del mondo che lo limitava e può mettersi continuamente in gioco per superare i limiti che di volta in volta gli si presentano. Pensiamo ai tanti concetti contemporanei che hanno proprio nel superamento dei limiti la loro ragione d’essere: multiculturalismo (superamento dei limiti che separano una cultura dall’altra), internet e realtà virtuale (superamento dei confini fisici), globalizzazione (integrazione economica, sociale e culturale tra le diverse parti del mondo), ecc.

In cosa consiste il Faustian Factor che hai rintracciato nei 17 artisti che troviamo nel libro?
NewFaustianWorld, ci tengo a precisarlo, è un progetto aperto, non è il manifesto di un nuovo movimento. E questo coerentemente con quanto ho affermato finora. Non mi permetterei mai di alzare un recinto all’interno del quale collocare questi 17 artisti. Porrei un limite, quando invece l’anima del progetto è proprio quella di andare oltre ogni limite in rappresentanza di quell’ethos espresso da Faust e che rappresenta il nostro essere contemporanei. In NFW mi sono concentrato sulla pittura così declassata, sminuita, marginalizzata nell’ultimo secolo a favore di altre pratiche artistiche maggiormente rappresentative della contemporaneità. Questo per tanti motivi. Innanzitutto rivalutare e tutelare la contemplazione, la meditazione, la riflessione, la lentezza, in un mondo che va troppo veloce e che in questa sua velocità premia chi è più immediato e spesso più superficiale. Ho coinvolto artisti che non si sono rassegnati a un mondo che non sempre premia la qualità, la dedizione, lo studio, ma si sono impegnati a fare del loro iniziale virtuosismo il proprio cavallo di battaglia, a fare delle loro potenzialità e della loro individualità il proprio tratto distintivo e vincente. Che cos’è il Faustian Factor? Nel caso specifico una forte e riconoscibile identità artistica e un esasperato virtuosismo che permette di rivaleggiare con le infinite possibilità del computer, con la precisione della resa fotografica, con il video, la performance. Ma la cosa che secondo me è più interessante (e in questo senso alcuni colleghi hanno detto, in senso buono ovviamente, che ho sfruttato i 17 artisti) è che questo Faustian Factor lo abbiamo tutti noi. Dobbiamo solo scrollarci di dosso la tendenza all’omologazione, alla standardizzazione, all’essere conformi a un modello sociale dato, per trovare e valorizzare quella caratteristica peculiare che solo noi abbiamo e che ci rende speciali, unici. Come si afferma nel film (diretto da Piero Passaro e prodotto da Theater 7/2 Productions) dobbiamo lasciarci alle spalle l’ordinarietà facendo della straordinarietà la nostra filosofia di vita.

Qual è il patto col Diavolo dei nostri giorni?
La metafora del patto con il Diavolo è la nostra quotidianità e non ce ne rendiamo conto in modo consapevole. Hai fatto l’esempio di quando andiamo dal medico o dal farmacista per farci prescrivere delle vitamine o dei ricostituenti. A Roma durante la presentazione alla Real Academia de España, uno dei più famosi chirurghi plastici italiani, presenti tra il pubblico, mi ha detto: “Quando qualcuno viene da me perché non accetta le rughe o comunque il fatto che il corpo invecchi, e quindi vuole superare quella situazione eliminando quei segni, sta facendo come Faust?”. Sì, certo, sta facendo come Faust e lo facciamo anche quando, ad esempio, non riusciamo a camminare e usiamo una sedia a rotelle o utilizziamo un arto artificiale, quando non abbiamo i capelli e usiamo una parrucca o li facciamo trapiantare, o al contrario quando abbiamo troppi peli e ci depiliamo. Possiamo fare mille esempi, anzi divertitevi a farli voi e a farceli conoscere scrivendoci. Questa è solo la conferma che il nostro è un NewFaustianWorld.

Per informazioni
contact@newfaustianworld.com
contact@raffaelequattrone.com

Nathalie Anne Dodd

Credits

Immagine di copertina

  • NewFaustianWorld – Il film (backstage). Foto di Francesca Porta, Courtesy Theater 72 Productions

Galleria

    1. NewFaustianWorld – still da video
    2. Jan Worst, The Great Rain Cloud, 2008, oil on canvas, 200 x 150 cm.
    3. Giovanni Boldini, Ritratto della principessa Marie Radziwill, 1910
    4. Josep Tornero, Untitled, 2016, oil on canvas, 24 x 33 cm
    5. NewFaustianWorld presso Augeo Art Space, Rimini
    6. Alberto Di Fabio, Danza dell_Anima, 2017, acrylic on canvas, 80 x 72.4 cm.
    7. Alessandro Moreschini, Stars and Stripes Arabesque, 2005, acrylic tempera on canvas, 150 x 150 cm.
    8. Kepa Garraza, Action of Assault on Art 14 (from IBDA series), 2009, oil on canvas, 200 x 300 cm.
    9. NewFaustianWorld presso Augeo Art Space, Rimini (2)
    10. Raffaele Quattrone. Photo di Johnny Pixel, Courtesy BlackandWhite Studio
    11. Maurizio Cannavacciuolo, Menina do Rio, calor que provoca arrepio, 2018, oil and water based enamel on canvas, 150 x 200 cm.
    12. Andrea Chiesi, Karma 14, 2015, oil on canvas, 100 x 70 cm.
    13. NewFaustianWorld. A book, a movie, an exhibition presso Beatrice Burati Anderson, Venezia
    14. Glenn Brown, On the Way to the Leisure Centre, 2017, oil on panel, 122x244x2.2 Photo Mike Bruce cropped
    15. Raffaele Quattrone. Photo di Johnny Pixel, Courtesy BlackandWhite Studio
    16. NewFaustianWorld – Il film (backstage)
    17. Philip Taaffe, Paesaggio Con Elementi Da Ferro Batutto, 2004, mixed media on paper mounted on canvas, 97 x 127 cm.
    18. Terry Rodgers portrait
    19. Imran Qureshi portrait. Courtesy the artist_ Corvi Mora, London_ Gallery Thaddeaus Ropac, Paris, Salzburg, London. Photography Faheem Gul
    20. NewFaustian World – Il film (backstage). Foto di Francesca Porta, Courtesy Theater 72 Productions (3)
    21. Presentazione Macro, 17 Novembre 2018. Photo credit Giorgio Benni
    22. Terry Rodgers, The Good thing, 2018, 39-5 x 69 inches
    23. Alberto Di Fabio e Raffaele Quattrone. Photo credit Giorgio Benni
    24. Alberto Di Fabio portrait, 2017. Courtesy the artist (Photography Rodolfo Angelosante)
    25. Tiffany Chung, UNHCR total Syrian asylum applications in Europe
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