Ocasio-Cortez: il sogno americano colpisce ancora
L’ex cameriera del Bronx che si è fatta strada a forza di idee innovative e spirito battagliero
Alexandria Ocasio-Cortez a soli 29 anni è stata eletta al Congresso statunitense ed è ora portabandiera del partito democratico. È giovane, bella, amatissima dal popolo liberale Usa, e ha un grande futuro tutto da percorrere che potrebbe portarla molto lontano.
In questi anni difficili la gente vuole tornare a emozionarsi pensando al futuro. Vuole fare piani, creare, reinventarsi. Alexandria Ocasio-Cortez sembra essere la risposta ai desideri degli americani più progressisti, quelli che credono nel cambiamento, che sono preoccupati per la variazione climatica globale e per le sue serie conseguenze, che pensano sia un diritto poter contare sulla sanità pubblica. Quelli che da anni invocano una più seria regolamentazione dell’uso delle armi, che credono nell’inevitabile integrazione che ci vede abitanti dello stesso pianeta, uguali seppure magnificamente differenti.
Alexandria è una giovane donna newyorkese di origini portoricane, dai lucenti capelli neri, gli occhi grandi e lo sguardo fermo, dai denti bianchissimi spesso esibiti nei suoi discorsi colmi di entusiasmo e di forza trascinante. È l’interprete di una storia che sembra la sceneggiatura di un film: orfana di padre, con una madre che sbarca il lunario pulendo i pavimenti degli scuolabus. Cresce nel popolare quartiere del Bronx, e negli anni del liceo muove i primi passi in politica come interprete negli uffici di Ted Kennedy, laureandosi poi col massimo dei voti alla Boston University nel 2011. Più tardi lavora per organizzazioni no profit che aiutano le comunità ispaniche, esplorando a fondo realtà sociali difficili o drammatiche.
L’attivista politica comincia a prendere forma, e nel 2016 l’incontro con Bernie Sanders, candidato alla presidenza degli Stati Uniti è illuminante e formativo, e la Ocasio-Cortez è pronta a spiccare il volo. Come i migliori interpreti del Sogno Americano, mentre serve ai tavoli di un ristorante messicano Alexandria si candida alla Camera dei Rappresentanti di New York, sostenuta da organizzazioni che ricercano cani sciolti, fuori dal granitico establishment cittadino e che capiscano davvero, vivendoci dentro, i problemi delle classi meno abbienti.
Le sue idee innovative hanno la meglio sull’unico avversario, Joseph Crowley, un uomo di mezza età dall’aria sicura in carica da ben 14 anni, sempre rieletto e mai sfidato, sostenuto da lobby politiche ed economiche importanti. È talmente sicuro di sé che in campagna elettorale latita e manda una rappresentante che però non regge alle pesanti bordate della Ocasio-Cortez. E perde clamorosamente.
Alexandria è un astro nascente che emana luce fortissima e calamita consensi dalla gente comune e dai media; il New York Times, The Indipendent, la CNN lodano il suo lavoro, inneggiano alle sue stupefacenti vittorie, i migliori talk show degli Stati Uniti fanno la fila per poterla intervistare. La sua fama cresce, le sue dichiarazioni e le forti prese di posizioni a favore dell’integrazione razziale, dei più giusti orari di lavoro, della salute pubblica e di un pianeta più vivibile la rendono invisa al presidente Trump, che ultimamente ha attaccato lei e altre tre rappresentanti alla Camera – Cortez Ilhan Omar, Rashida Tlaib e Ayanna Pressley – invitandole a “tornare a casa propria” perché appartenenti a minoranze etniche. In seguito a questo grave autogol, le quattro giovani donne hanno formato un super gruppo, The Squad, che ha chiesto l’impeachment per Trump accusandolo di razzismo e attirando ulteriori favori dal popolo statunitense e dai media. Anche la politica appoggia apertamente le posizioni politiche della Cortez.
Il suo nome per tutti oramai è l’acronimo AOC, che ricorda predecessori politici illustri, come JFK o FDR.
La porta è aperta quindi a un futuro radioso, milioni di persone tifano per lei e per ciò che rappresenta. È bello poter sperare ancora. E credere che il mondo possa cambiare, proprio come in un film.
Paolo Maiorino