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Omega a Tokyo 2020: il tempo della performance

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26/07/2021

Da quasi 90 anni il marchio è cronometrista ufficiale dei Giochi Olimpici. Una storia fatta di innovazione che arriva a Tokyo 2020 e punta al secolo

L’epica di un’Olimpiade è legata soprattutto al tempo e al cronometro. Spesso sono i centesimi di secondo a segnare il discrimine tra la gloria e l’oblio. Anche per questo motivo, l’evoluzione tecnologica della cronometria è un fattore che va di pari passo con l’evoluzione dei Giochi, che nell’edizione di Tokyo 2020 vedono ancora una volta Omega come cronometrista ufficiale.

Ancora una volta, nel senso che l’unione di Omega con i cinque cerchi inizia nel lontano 1932, con i Giochi Olimpici di Los Angeles, e arriva fino a Tokyo 2020, per proseguire poi a toccare il secolo di vita: nel 2017, infatti, il marchio ha rinnovato la partnership globale con il Comitato Olimpico Internazionale fino al 2032.

Da qui ad allora, tra Giochi estivi e invernali, Omega sarà dunque impegnata a cronometrare le prestazioni a Pechino 2022, Parigi 2024, Milano-Cortina 2026, Los Angeles 2028 e Brisbane 2032. A cento anni da quando si strinse il legame tecnologico e sportivo.

Da Los Angeles 1932 a Tokyo 2020

Proprio il 1932 fu un anno decisivo nella storia del cronometraggio, come dimostra un episodio curioso. In occasione dei Giochi, Omega inviò un orologiaio direttamente da Bienne a Los Angeles (immaginiamoci un viaggio del genere, a quell’epoca), che custodiva gelosamente in una valigetta – pare persino che ci dormisse insieme – 30 cronometri ad alta precisione, che consentivano un’approssimazione al decimo di secondo nella misurazione.

Nel 1936 fu la prima volta del marchio alle Olimpiadi invernali, in Germania, a Garmisch-Partenkirchen. Nello sci alpino, in mancanza di telefono o connessione radio tra la partenza e l’arrivo, Omega fu costretta a indicare su un foglietto di carta l’ora esatta di inizio, inviandolo ai giudici di gara ai piedi della montagna nella tasca dello sciatore successivo. Rudimentale ma efficace.

A Londra 1948 ci fu invece l’inizio dell’“era elettronica”, con l’introduzione da parte di Omega del primo fotofinish, in grado di individuare con esattezza le posizioni di arrivo nelle gare, e la prima cellula fotoelettrica, che arrestava elettronicamente il cronometro nel momento in cui il primo atleta tagliava il traguardo.

Altri cambiamenti epocali arrivarono a Innsbruck 1964, con la sovrimpressione in diretta dei tempi degli atleti sulla parte bassa dello schermo, e a Città del Messico 1968, con l’avvento delle piastre di contatto per il nuoto, sensibili al minimo tocco degli atleti che, raggiunto il traguardo, arrestavano il tempo sfiorandole con la mano.

E ancora a Los Angeles 1984, con il primo rilevatore di false partenze per le gare di atletica leggera, e a Torino 2006, con microchip legati alle caviglie dei pattinatori di velocità, in grado di inviare e ricevere segnali via radio che consentivano a Omega di registrare misurazioni specifiche dei tempi durante ogni gara. Sensori di movimento e sistemi di posizionamento che tornano anche a PyeongChang 2018 e a Tokyo 2020.

Una nuova era per la cronometria e gli orologi per Tokyo 2020

Con l’utilizzo di questi sensori, fin dall’apertura dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020, il marchio racconta l’intera storia di ogni evento durante il suo svolgimento, raccogliendo un’ampia serie di dati in tempo reale e fornendo una comprensione globale delle dinamiche che conducono alla vittoria di una gara.

Le informazioni relative mostrano come gli atleti hanno conseguito il tempo e il risultato finale, dati che consentono ad atleti e allenatori di analizzare con precisione tempi e prestazioni, e ai telespettatori di comprendere l’evento a cui stanno assistendo. Queste nuove tecnologie sono applicate a Tokyo 2020 nelle gare di atletica leggera, nuoto, beach volley, ginnastica, equitazione, ciclismo, triathlon, arrampicata sportiva.

Naturalmente, per i Giochi Olimpici Omega ha realizzato anche edizioni speciali di tre degli orologi più significativi della collezione Seamaster: Seamaster Aqua Terra Tokyo 2020 Limited Edition, Seamaster Planet Ocean Tokyo 2020 Limited Edition e Seamaster Diver 300M Tokyo 2020.

Seamaster Aqua Terra

Nell’Aqua Terra, Omega presenta il primo quadrante in ceramica della collezione realizzato con finitura lucida blu e l’emblema di Tokyo 2020 inciso al laser. La cassa simmetrica da 41 mm è in acciaio inossidabile e ha un fondello in vetro zaffiro, con applicato il logo dei Giochi Olimpici.

È realizzato in edizione limitata di 2.020 esemplari ed è accompagnato da un cinturino in caucciù blu lavorato; nel cofanetto è incluso anche un bracciale aggiuntivo in acciaio inossidabile. Le prestazioni cronometriche sono garantite dal calibro Omega Master Chronometer 8900, che assicura il più elevato standard di precisione e resistenza magnetica nell’orologeria svizzera.

Seamaster Planet Ocean

Il Planet Ocean è invece un Seamaster dall’eleganza decisamente giapponese, perché ogni Paese che ospita i Giochi permea l’evento con il proprio spirito e la propria cultura: la nazione del Sol Levante non fa eccezione.

L’orologio ha una cassa da 39,5 mm in acciaio inossidabile, una lunetta in ceramica bianca con scala graduata in Liquidmetal Omega. In omaggio all’anno di Tokyo 2020, il numero 20 sulla lunetta è riempito di ceramica liquida rossa.

Ceramica che si ritrova anche, bianca e lucida, sul quadrante che richiama il tema nipponico con una speciale lancetta centrale dei secondi cosiddetta “lollipop”. Riprendendo con discrezione la bandiera giapponese, la punta presenta un cerchio verniciato di rosso. Come l’Aqua Terra, anche il Planet Ocean è in edizione limitata di 2.020 esemplari.

L’orologio è mosso dal calibro Omega Master Chronometer 8800 ed è dotato di fondello in vetro zaffiro con applicato il logo di Tokyo 2020. È corredato da un cinturino in pelle bianca e accompagnato da un bracciale in acciaio inossidabile e da un cinturino NATO aggiuntivo.

Seamaster Diver 300M

Il terzo orologio, il Diver 300M Tokyo 2020, è un omaggio agli sport acquatici, che sono fra le competizioni più famose dei Giochi. Sulla cassa da 42 mm in acciaio inossidabile è montato un anello della lunetta in ceramica blu con scala graduata in smalto bianco. L’acciaio è utilizzato anche per il bracciale lucido-spazzolato, integrato con la cassa.

A richiamare il colore blu, il quadrante in ceramica bianca lucida con motivo a onde inciso al laser, che conferisce maggiore profondità. Tra le caratteristiche di questo orologio ci sono il datario a finestrella a ore 6 e la scritta Seamaster in rosso. Completano il design le lancette e gli indici azzurrati, riempiti di Super-LumiNova bianca per una visibilità ottimale al buio e sott’acqua.

Anche questo orologio ha il fondello in vetro zaffiro, sul quale è applicato il logo di Tokyo 2020, attraverso il quale è visibile il calibro Omega Co-Axial Master Chronometer 8800, le cui prestazioni cronometriche sono certificate dall’Istituto Federale Svizzero di Metrologia Metas.

Come era prevedibile, a Tokyo 2020 il cronometraggio vive la sua ennesima rivoluzione, che porta le competizioni sportive ad assumere una nuova dimensione. Le performance atletiche, misurate e presentate come non si era mai visto prima, avevano bisogno di un partner affidabile: quasi un secolo di strada fatta insieme, costituiscono un curriculum ideale.

 

Davide Passoni

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