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Pantone Red Period, il colore che sfida i tabù

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17/12/2020

Un messaggio di sensibilizzazione per abbattere i muri dell’ignoranza

Arriva come una scossa, in quest’anno sancito dal rilassante e introspettivo Blue Classic di Pantone. Tragico e devastante, il 2020 ha concesso tranquillità solo a chi ha potuto rinchiudersi fra le mura domestiche. Sul concludersi del funesto anno bisestile, Pantone lancia sul mercato un nuovo colore che sembra una riscossa: il Red Period, o per dirlo all’italiana, il “rosso mestruazioni”. Si rompe finalmente un tabù, si nomina l’innominabile, si restituisce dignità alla damigella che vola fra le nuvole. Forse è anche una strategia di marketing, molti utenti sui social lo hanno contestato, ma nessuno ha intenzione di negarlo: “Certo è una strategia pubblicitaria”, commenta Gabby Edlin, fondatrice dell’ente di beneficenza britannico Bloody Good Period, “ma penso che sia un modo davvero interessante per mostrare fino a che punto siamo arrivati”.

Certo è che Pantone, una delle aziende più note per quanto riguarda la classificazione dei colori, una vera e propria istituzione, è meritevole di aver finalmente citato il sangue mestruale come di qualcosa di naturale, femminile e degno di rispetto. Il rosso sangue è il colore della vitalità e del dolore, e Red Period intende sollevare il velo sui pregiudizi che circondano un evento fisiologico che interessa circa metà della popolazione fertile femminile del mondo. In collaborazione con Intimina, marchio svedese di prodotti dedicati alla salute intima, Pantone ha messo in atto una campagna pubblicitaria che farà discutere, sensibilizzando il pubblico su un tema così naturale e così poco affrontato.

Non è poco che un’azienda influente come Pantone decida di dedicare al ciclo mestruale un colore del suo catalogo, sollevando il velo su un tabù femminile e invitando a conversarne più liberamente e onestamente. È un messaggio di rottura contro tutte quelle pubblicità di assorbenti che trasmettono un senso di vergogna e disagio.

Sul suo profilo Instagram, Laurie Pressman, vicepresidente del Pantone Color Institute, ne parla così: “una tonalità di rosso attiva e avventurosa, il valoroso colore Red Period incoraggia le persone con le mestruazioni a sentirsi fiere di ciò che sono. A possedere il proprio ciclo con autostima; ad alzarsi in piedi e celebrare con passione la forza vitale con cui sono nate; a spingere chiunque, indipendentemente dal proprio genere, a parlare apertamente di questa funzione naturale del corpo”. E prosegue: “Pantone Color Institute ha collaborato con @Intimina alla campagna Seen + Heard per creare una tonalità di rosso che si ispira a un flusso mestruale costante. Hanno lavorato a fianco di un ginecologo e hanno consultato una ricerca pubblicata su Medical News Today per sviluppare la tinta, ma non è assolutamente una rappresentazione accurata. Abbiamo invece creato un identificatore visivo di una tonalità rossa che avrebbe aiutato @Intimina a sfruttare il potere del colore per condividere la loro storia”.

Quel blu medicale con cui nelle pubblicità viene sostituito il rosso sangue (che non si capisce perché debba essere esibito nelle pubblicità di collutori o dentifrici, quello sì disturbante), forse deve illudere le donne non ancora mestruate di essere tutte principesse dal sangue blu? L’ipocrisia di questi messaggi, come l’allusione a “quei giorni” (era più originale l’obsoleto e romanzesco arrivo del “Marchese”), disturbano, e se in tanti paesi del mondo le donne vengono allontanate dalle comunità per non contaminare l’ambiente e il prossimo, se da noi gli assorbenti sono considerati un bene di lusso, non è giunto il momento di fare qualcosa?

Aggiunge Laurie Pressman: “nonostante miliardi di donne abbiano le mestruazioni, se guardiamo alla cultura popolare le rappresentazioni del ciclo sono sempre imprecise e oggetto di derisioni, umiliazioni. Basta, è abbastanza, è il 2020. La tonalità Red Period di Pantone è esattamente ciò di cui parla la nostra campagna Seen + Heard: rendere visibile il ciclo, incoraggiare conversazioni positive e normalizzare le mestruazioni nella nostra cultura, nella nostra società e nella nostra vita quotidiana. Molte ragazze perdono giorni di scuola, o addirittura abbandonano gli studi del tutto, il che è uno dei motivi per cui così tante donne vivono in povertà per tutta la vita, a livello globale. Senza lo stigma intorno al ciclo mestruale più donne potrebbero sfuggire alla povertà, realizzare il loro potenziale e rafforzare le proprie comunità. Questa importante campagna contribuirà a cambiare la situazione”.

Red Period potrà servire non solo a dipingere i muri, ma anche ad abbattere quelli che contribuiscono alla stigmatizzazione del ciclo mestruale. Forse una piccola rivoluzione può partire anche dal colore, e forse qualcosa sta cambiando.

 

Nathalie Anne Dodd

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