Si avrò tempo fino all’8 marzo per visitare l’esposizione promossa dalla Fondazione Bartoli-Felter alla Galleria ‘Temporary Storing’

Proseguono le iniziative della Fondazione Bartoli-Felter. La sede di Cagliari sta ospitando un’altra mostra interessante che unisce arte e letteratura. Dal 22 febbraio il pubblico avrà il piacere di ammirare alcune delle opere del fotografo Mauro Rombi. Lezioni americane rappresenta un viaggio all’insegna della leggerezza. Quella stessa che è contenuta nella penna e nello stile di uno dei saggi più conosciuti dello scrittore italiano. L’autore era per altro affascinato dalla fotografia quando ancora era in un periodo di sviluppo incredibile. Molti artisti erano ammaliati della sua capacità «di mettere a fuoco visioni a occhi chiusi, di far scaturire visioni e forme dall’allineamento di caratteri alfabetici neri su una pagina bianca, di pensare per immagini», citando Calvino ne la Visibilità, capitolo contenuto proprio nelle lezioni americane.
La forza dell’immaginazione, così come il legame tra fotografia e scrittura, è al centro di questo percorso espositivo in programma a Cagliari fino al 8 marzo tra il martedì e il venerdì dalle ore 18 alle 20. Dopo la presentazione del volume insieme alla giornalista e critico d’arte Raffaella Venturi (avvenuta alla libreria Miele Amaro), il fotografo ha messo in atto quanto sperimentato nel corso degli anni. Il paesaggio americano è stato al centro delle preoccupazioni etiche ed estetiche dell’autore. Un tema caro a Mauro Rombi «convinto che nell’arte si esprima al massimo grado l’idea di bellezza, e che essa non possa disgiungersi dall’armonia». Per questo ha dedicato la sua attenzione a questo argomento, che nella sua essenza e fin dalle origini è creazione dell’arte.
Il paesaggio viene dunque inteso «come luogo di confine, di scambio, di intersezione tra natura e intervento umano, in un precario rapporto fatto ora di armonia, ma anche – e soprattutto nella contemporaneità – di contrasto, e in cui lo sguardo del fotografo si deve posare con rispetto, conoscenza e gratitudine».
È importante quindi trovare un modo per scavare a fondo intorno a un argomento che è centrale per l’individuo. «Il paesaggio “comprende” l’uomo, ma egli a volte fatica a comprenderlo; ecco allora che il fotografo può ritagliarsi un suo ruolo specifico nell’indicare sommessamente con umiltà ciò che è necessario o opportuno o doveroso vedere nel paesaggio, per poterlo così capire meglio e forse amare».
Ed è questo profondo legame il focus di questa mostra che vuole essere un «tributo ad un continente e a popoli che hanno conquistato integralmente l’anima e la fantasia del viaggiatore, disvelando l’incredibile capacità di vestire il mondo ai suoi occhi di un’inedita realtà, fino a riuscire a trasformarlo in un Nuovo Mondo».

Riccardo Lo Re

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