È la prima volta che un rover europeo calpesterà la superficie del pianeta rosso e avrà una tecnologia tutta italiana
L’Italia sarà il paese capofila di una missione spaziale su Marte. Sì proprio così, il nostro Paese e nello specifico l’agenzia spaziale italiana coordinerà il progetto “Exomars” in collaborazione con l’agenzia spaziale europea e quella russa. L’obiettivo sarà quello di lanciare un veicolo, denominato rover, per andare a caccia di forme di vita nel passato di quel pianeta. Secondo i calcoli degli scienziati settembre potrebbe essere il mese giusto per il lancio sfruttando la favorevole opposizione di Marte. Mancano pochi mesi, dunque, e nei laboratori e stabilimenti della Altec di Torino fervono i preparativi e i test per arrivare pronti all’appuntamento.
«Il rover è pronto per la sua missione e il recente successo dei test di qualifica dei paracadute ci dà confidenza di poter iniziare la campagna di lancio nei tempi previsti. Solo una volta ogni due anni e per circa dieci anni la meccanica celeste consente al veicolo spaziale di raggiungere Marte dalla Terra nel minor tempo possibile, circa nove mesi», ha dichiarato Pietro Baglioni, alla guida del team rover ExoMars dell’Esa. Proprio in questi giorni i tecnici di Altatec hanno finito di piazzare l’equipaggiamento e gli strumenti scientifici a bordo e serviranno ancora un paio di mesi per la messa a punto finale. Il rover “Rosalind Franklin”, chiamato così in onore della grande scienziata britannica, ora si trova in una camera “ultra-pulita” presso la sede di Thales Alenia Space a Torino, vicino alla sua compagna di viaggio, la piattaforma di atterraggio Kazachok.
Dopo una revisione finale ad aprile, tutti i componenti del veicolo spaziale (modulo di trasporto Terra-Marte, modulo di discesa con piattaforma di atterraggio, e rover) saranno portati al sito di lancio a Baikonur nel Kazakistan per i preparativi finali «Poco prima di quest’ultimo trasporto sulla Terra, caricheremo la versione finale del software che consentirà al rover di esplorare Marte in modo autonomo», spiega Pietro Baglioni. Per condurre i test a terra, poi, è stato costruito anche un rover gemello chiamato “Amalia” come l’astrofisica italiana Amalias Ercoli Finzi, prima donna in Italia a laurearsi in ingegneria aeronautica. La scienziata ha una grandissima esperienza nella progettazione dei voli spaziali: è suo lo sviluppo del trapano sul lander Philae di Rosetta e fu proprio lei a proporre l’implementazione del trapano del rover di Exo Mars più di vent’anni fa. «Sono lusingata e onorata di avere questo elemento della missione ExoMars che porta il mio nome. Marte ci sta aspettando», ha detto Amalia Ercoli Finzi dopo aver ricevuto la notizia.
Davide Mosca