Riciclo e poetica circolare nella nuova mostra dello stilista sardo

Rigenerare è dare nuova vita alle cose. È questa la filosofia che sta dietro alla mostra che lo stilista e designer Antonio Marras ha presentato nel suo spazio Nonostante Marras al Fuorisalone 2022 di Milano.

Il più sublime lavoro della poesia è alle cose insensate dare senso, ed è proprietà dei fanciulli di prender cose inanimate tra mani e, trastullandosi, favellarvi come se fossero, quelle, persone vive…

Prendendo a monito queste parole del filosofo Giambattista Vico, Marras gioca sul concetto della Re-Generation, inteso sia come processo naturale di guarigione, ma anche come speranza che le prossime generazioni possano aggiustare un mondo in declino troppo spesso ignorato. Tessuti rammendati, metalli e colori si uniscono così insieme e formano un nuovo modo di intendere la vita. Tutto si mescola al principio del “su connottu”, la memoria collettiva codificata nel nostro DNA e che nel caso di Marras permea anche gli oggetti inanimati, valorizzando ciò che all’apparenza sembrava perduto. Le tematiche della poetica circolare e del riutilizzo sono tra i punti centrali dell’esposizione, per le quali lo stilista ha creato anche il personaggio di Cerchino, un anti Pollicino con la passione per il riciclo la cui favola accompagna e contestualizza le installazioni in mostra.

Cerchino, favola sostenibile
Tutti conoscono la favola di Pollicino, ma pochi si ricordano del suo vicino di casa, Cerchino. I due proprio non si sopportano: mentre il primo, infatti, si perde sempre nei boschi e li sporca spargendo briciole di pane, il secondo spinto dalla curiosità raccoglie e pulisce i luoghi che attraversa, trasformando gli oggetti salvati in qualcosa di completamente unico e originale. Antitesi scherzosa e ironica della celebre fiaba di Pollicino, Cerchino non è solo il principio su cui opera la ri-generazione – ovvero dare una seconda possibilità agli oggetti che non usiamo più – ma anche la cornice su cui si muovono le opere della collezione di Antonio Marras in mostra al Fuorisalone 2022. Sono opere rattoppate, frutto della volontà dello stilista di dare un senso di scopo e continuità – con un pizzico di fantasia – agli oggetti che buttiamo e che sempre più spesso ignoriamo o dimentichiamo. Ecco così spiegati i nomi delle installazioni presenti in mostra, come “Gli incancellabili”, un intrico di fili metallici, ruote e scarti industriali che simboleggia la speranza per una terra desolata, le linguacce libresche delle “Malelingue” e “Teresa, Jana portiera”, un telaio improvvisato con vecchi palloni che ricordano l’antico uso dell’industria e dell’inventiva. La morale è un invito a muoversi per cambiare il mondo, a ricostruire dove tutto sembra perduto e dimenticato, perché è proprio il cambiamento costante di tutte le cose che genera nuova vita e con essa nuova speranza per il futuro, in un ciclo continuo che non ha mai fine. Proprio come il lavoro di Marras-Cerchino.

Francesco di Nuzzo

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