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Ritorno alle radici

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18/07/2019

Una preziosa fonte di elementi essenziali per il benessere del nostro corpo

I tuberi e le radici hanno rappresentato per i nostri antenati una delle più disponibili fonti di sostentamento, sia per supplire alla difficoltà di praticare la caccia quando le condizioni climatiche erano avverse sia per ridurre i tempi di ricerca del cibo, che richiedevano continui spostamenti.

Rispetto ai vegetali, l’utilizzo di questi cibi molto più duri e ricchi di fibra richiedeva lo sviluppo di una dentatura robusta e di un maggior lavoro dell’intestino, ma offriva prodotti pronti al consumo tutto l’anno. Nei secoli a venire il consumo di radici si è perpetuato soprattutto fra le popolazioni più povere, mettendo le basi per l’alimentazione vegetariana su cui verte la dieta mediterranea.

Le radici che conosciamo oggi derivano da varietà selvatiche molto diverse, infatti attraverso vari incroci e selezioni l’uomo ne ha accentuato le caratteristiche più appetibili. Ma un ritorno alle nostre origini, a un’alimentazione più naturale e ricca sembra essere la nuova frontiera del benessere nutrizionale, poiché sempre più ci stiamo assuefacendo a cibi poveri di nutrienti, multi-processati e pieni di additivi.

Cerchiamo di capire meglio come utilizzare le radici in cucina e nell’erboristeria ponendo qualche domanda a Maurizio di Massimo, erborista specializzato in indirizzo spagirico e ayurvedico, e a Sandro di Massimo, biologo ed etnobotanico.

Che cosa rappresentano le radici per l’uomo?
Come suggerito dalla filosofia antica, esiste un’interessante analogia tra il regno vegetale e l’uomo, secondo un processo di significazione generato dalla tripartizione della pianta in radice, fusto-foglie e fiore-frutto, e nella rispettiva proiezione speculare rovesciata del corpo umano, suddiviso in testa, torace e addome.
Le radici stabiliscono un contatto intimo con il terreno, poiché affondando verso il centro del pianeta diventano una parte inseparabile della Madre Terra. Sono il centro “pulsante” e “pensante” della pianta e rappresentano la sintesi silenziosa di due polarità in apparente opposizione: da una parte il buio e l’umidità della terra, dall’altra il calore e la luce del cielo. Conducono un’esistenza discreta, in totale estraniazione da tutto ciò che è apparenza ed esteriorità; assorbono informazioni dall’ambiente esterno, svolgendo importanti funzioni di sostegno, di nutrimento e di accurata percezione della realtà.
Allo stesso modo nell’uomo, la testa, con l’ausilio del cervello e degli organi di senso, è impegnata a raccogliere le informazioni del mondo, a valutare potenziali pericoli e a programmare strategie di sopravvivenza. In conformità a questa dimensione simbolica, gli alimenti-radice sono in grado di apportare un nutrimento di natura sottile, utile a rinforzare e tonificare il cervello e il sistema nervoso. Seguendo lo stesso principio simbolico, i cibi costituiti da fusti e foglie sono adatti a soddisfare i bisogni degli organi coinvolti nella respirazione e circolazione, mentre il consumo di frutti e semi è adatto per riequilibrare il metabolismo e la funzionalità riproduttiva.

Perché nella nostra epoca è necessario reintrodurre l’utilizzo delle radici a scopo alimentare?
Le radici, oltre a essere gustose e facili da cucinare, rappresentano una preziosa fonte di fitonutrienti, indispensabili al mantenimento della salute. Non dimentichiamo che i vegetali spontanei svolgono ancora un ruolo molto importante nelle economie domestiche di numerose popolazioni.

Quali sono i principali benefici dell’utilizzo delle radici in cucina e nell’erboristeria?
Si stima che i popoli antichi per la loro alimentazione potessero fare affidamento su oltre 1500 specie di piante selvatiche; oggi la sopravvivenza di gran parte della popolazione mondiale è legata a numero esiguo di vegetali coltivati in maniera intensiva, utilizzando pesticidi sintetici e fertilizzanti chimici. In questa ottica le erbe spontanee, soprattutto le radici, costituiscono un grande risorsa alimentare e medicinale.

Quali radici di più facile reperibilità consigliereste ai lettori, e quali sono le loro proprietà?
Le piante da scoprire sono alcune di quelle più diffuse e rappresentative della flora spontanea: un “ritorno alle radici” che si ripete ogni volta che camminiamo lungo i sentieri, tra i boschi, radure e prati. Ad esempio, le varie specie di Agli selvatici (Allium ampeloprasum, A. lusitanicum, A. roseum, A. sphaerocephalon, A. neapolitanum, A. ursinum, ecc.), oltre a quello coltivato (Allium sativum) sono utili per le loro proprietà antisettiche, antiossidanti (rallentano i processi d’invecchiamento cellulare) e antitumorali. Inoltre stimolano il metabolismo e la circolazione sanguigna nei distretti periferici del corpo, riducono la pressione sanguigna, il livello di colesterolo nel sangue e svolgono un’azione preventiva nei confronti dell’aterosclerosi. Altre radici di particolare importanza sono quelle della Cicoria (Cichorium intybus), del Tarassaco (Taraxacum officinale) e della Bardana (Arctium lappa e A. minus), per le loro proprietà tonico-digestive, detossificanti (azione depurativa su fegato, cistifellea e reni), ipoglicemizzanti e antiossidanti.

Nathalie Anne Dodd

Bibliografia
Di Massimo S., Di Massimo M., 2015 – Ritorno alle radici. Edizioni Aboca, Publish Srl
Di Massimo M., Di Massimo S., 2018 – Le Radici. Edizioni Aboca, IGR Grafiche
Di Massimo M., Di Massimo S., 2019 – Le Gemme e i Germogli. Edizioni Aboca, IGR Grafiche

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