Project Lyra è una missione per raggiungere il corpo celeste entro il 2028
Che cos’è Oumuaumua? È la domanda che i ricercatori si stanno chiedendo dal 2017, anno del suo primo avvistamento. Questo misterioso corpo celeste è il primo asteroide interstellare mai scoperto, giunto fino a noi – probabilmente – dalla costellazione della Lira di Vega. Purtroppo, questo è praticamente tutto quello che si sa sulla sua origine. Il nome datogli dagli astronomi significa “messaggero da un lontano passato” in lingua hawaiana e durante il suo viaggio Oumuamua è passato relativamente vicino alla terra (circa a 24 milioni di chilometri di distanza), ma non abbastanza da poterlo studiare in maniera precisa.
Secondo recenti teorie, Oumuamua potrebbe essere il frammento di un pianeta distrutto, oppure una classe di oggetti celesti ad alto contenuto di idrogeno (small ice-rich H2 bodies). Quale che sia la verità, potremmo non scoprirla mai. Attualmente Oumuamua viaggia a una velocità di 26 km/s tra le orbite di Urano e Nettuno e sarà ben presto lontano dal nostro sistema solare, scomparendo per sempre nello spazio distante e impedendoci di effettuare ulteriori ricerche. Non sappiamo se o quando un altro asteroide interstellare passerà vicino alla Terra, e con la scomparsa di Oumuamua potremmo aver perso un’occasione di ricerca spaziale più unica che rara. O forse no?
Project Lyra è una missione spaziale proposta dall’organizzazione Initiative for Interstellar Studies che ha come obiettivo proprio quello di intercettare l’asteroide e avere così la possibilità di studiarlo. Nei papers pubblicati sul sito dell’associazione sono state esplorate diverse opzioni di propulsione, da quella solare fino all’utilizzo del nucleare. Se approvata, la sonda inviata potrebbe arrivare a Oumuamua in circa 26 anni solari. E una volta raggiunto, potrebbe rivelare oltre la sua natura materiale prezioso per la ricerca spaziale.
Francesco di Nuzzo
foto credits: ESO (European Southern Observatory), via Wikipedia