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Shardana, il nome egiziano dei “popoli di mare”

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02/06/2022

We are Shardana è un progetto tutto sardo di marketing territoriale, nato come sostegno all’imprenditoria

We are Shardana prende forma nell’applicazione We Are Shardana Pass, la prima guida digitale del territorio, interamente scritta sotto dettatura degli abitanti del luogo. È l’antico modo di chiedere indicazioni ai passanti, senza la sorpresa di sentirsi rispondere “mi spiace, non sono di qui”.
Shardana è il nome egiziano dei “popoli di mare”, ma anche di tre giovani che si sono dati una missione: portare la Sardegna nel mondo e il mondo nella Sardegna. Dopo aver ritirato il premio speciale dedicato alla cultura del Distretto Culturale del Nuorese, Alessandro Pettazzi e Cristina Cerina con Maura Fancello hanno unito competenze e forze trasferendo il loro motto, 1+1 fa 3, su di una straordinaria rete di imprese, non solo locali, di diversi settori.

«Ci siamo riconosciuti, abbiamo messo per iscritto il nostro progetto e lo abbiamo presentato alla Start Cup, una competizione per idee d’impresa – racconta Maura Fancello, classe 89 – l’idea che la forza del gruppo sia superiore a quella del singolo di per sé non ha niente di originale, eppure in un progetto di accelerazione tra Nuoro, San Francisco e Washington DC lavorare col favore dell’ export verso il Giappone ci ha convinti che esiste un metodo per aggiungere potere alla nostra ricchezza.»

E come se i tre avessero trovato il sistema di consumo di massa del vero “lusso”, come bene presente da sempre nell’essenza dell’isola e in un volano che indica l’accesso a questa sontuosità, ecco qua la nuova applicazione per posti che brillano di luce propria. «Abbiamo cercato di raccontare a casa nostra l’esperienza respirata all’estero, – spiega Maura Fancello – poi studiando attentamente le eccellenze nostrane ci accorgiamo che forse nella nostra isola manca un filo conduttore; decidiamo, illuminati dal successo internazionale del Macbettu, la declinazione in lingua sarda di Macbeth di Sakespeare, di proporre affiancamenti dei nostri chef stellati allo staff delle Olimpiadi.»
Questa la genesi di un’applicazione dove ogni articolo è anche in lingua inglese: dettaglia di lavori consolidati ma insieme anche dello spazio smisurato tra l’esistente di archeologia e tradizione e la proiezione di ciò che sull’isola ancora è da costruire e da affrontare. Propone una nuova attitudine al consumo che ha a che vedere con la conoscenza di un lascito e si basa sulla lucidità che solo dopo arrivano le politiche che danno accesso a ogni lusso.

We Are Shardana pass è un posto, frequentabile con il proprio smartphone ma, di più, con la misura della propria curiosità. Consegna indicazioni, è vero, consigli, sconti su acquisti e accessi a musei e gallerie d’arte, riduzioni per i biglietti d’ingresso a mostre, spettacoli e quant’altro e, naturalmente, per la ristorazione. Tutto vero, totalizza costi in abbattimenti che raggiungono il 50 % per quel suo vezzo di non trascurare i dettagli. Ma mentre affida destinazioni al mistero dell’entroterra, mentre sovrappone infiniti link sulla carta geografica, un segreto si lascia scoprire e rafforza un dialogo tra piccoli e grandi player. La rete prende corpo, si vede e suggerisce un tuffo nel cuore di una terra che, silente, aspetta.
«L’idea è di guidare a una vacanza dentro l’isola, ma non solo: si tratta di accettare una sospensione lontana da quello che tecnicamente viene visto come effetto ciambella – precisa Maura Fancello – nasce proprio per passanti occasionali, per chi vibra con la scoperta e sospetta che la Sardegna non sia solo mare e coste frastagliate.» Perché dentro il buco nero di un mistero, interessante per il lascito della civiltà nuragica, per la realtà agropastorale, per tutto ciò che era prima del turismo, l’interno è un’esplorazione che non smette anche per gli stessi locali.
Resiste l’insondabile. Una storia inconsueta e dissimile in Sardegna emerge di continuo nelle lingue o nel modo in cui, ad esempio, si fa il pane che è completamente diverso anche tra paesi limitrofi; un dentro che è infinito viaggio di scambi e conforti, legami e codici si profila sempre in divenire anche per chi all’isola appartiene da generazioni. Così solo in Barbagia, ad esempio, We Are Shardana Pass conta ben 300 suggerimenti di secret places, quei luoghi in cui il forte interesse si incastra al misterioso fascino.
L’iniziativa imprenditoriale di tre giovani porta il nome del popolo che viene associato alla discendenza sarda in un acceso dibattito archeologico che tende a provare, tra l’altro, come gli Shardana fossero in grado di misurare il tempo.
Quindi per far fronte all’indecisione su cosa fare nel prossimo fine settimana si può sempre prender spunto dai navigatori che un paio di millenni prima di Cristo attraversarono il Mediterraneo e, solcando rotte dell’Atlantico, si fecero beffe di ostacoli di varia natura per approdare all’ inesplorato.
Anna Maria Turra

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