Small mission to Mars
La missione su Marte è sempre più vicina con il progetto Space manufacturing in-situ
Presentato il 5 luglio a Roma in una conferenza stampa nella sala multimediale “Angelici/Serra” dell’associazione della Stampa Roma, il progetto Space manufacturing in-situ, recentemente finanziato dal MUR, Ministero dell’università e della ricerca, con quattro milioni di euro, dal DASS, Distretto aerospaziale della Sardegna, in collaborazione con il CRS4, Centro di ricerca, sviluppo studi superiori in Sardegna, Università di Cagliari, dal CIRA, Centro italiano ricerche aerospaziali e dal Consorzio ALI, Avio e Lead Tech. Il progetto proposto è focalizzato sullo studio di una missione interplanetaria avente come obiettivo finale il trasferimento sul suolo marziano di un macchinario per la produzione di manufatti utilizzando materie prime in situ ed è destinato a supportare potenziali future colonie su Marte.
Per fare questo le attività prevedono la massimizzazione dell’utilizzo delle principali tecnologie europee in ambito spaziale, come i sistemi di lancio, di propulsione e i sistemi innovativi di protezione termica nella fase di ammartaggio, infine, lo sviluppo di macchinari per la realizzazione di elementi strutturali che possano sfruttare i materiali reperibili sul suolo marziano.
Presente Christian Solinas, Presidente Regione Sardegna: «La Sardegna si conferma protagonista nella ricerca, nell’alta tecnologia e nell’innovazione in ambito nazionale e internazionale. Immaginare e realizzare soluzioni innovative che impatteranno nella nostra vita per renderla migliore, proiettandola già oggi sul futuro, è una sfida che ci vede impegnati. Crescita, sapere, innovazione, ricerca sono oggi punti fondamentali di nuovi processi di sviluppo che investono non solo il nostro pianeta ma anche lo spazio.»
Giacomo Cao, presidente Distretto aerospaziale della Sardegna e amministratore unico CRS4 spiega che il brevetto, di proprietà integrale del DASS, relativo al processo di realizzazione di elementi strutturali necessari per la produzione in loco di manufatti a supporto di futuri insediamenti su Marte, preso in considerazione nell’ambito del progetto, è stato concesso una decina di anni fa in Europa, Cina, Stati Uniti, Russia, Giappone e India ed è considerato positivamente anche nell’ambito dell’ISECG – International Space Exploration and Coordination Group – che raggruppa tutte le principali agenzie spaziali mondiali. Aggiunge: «Il progetto approvato dal MUR consente di dare seguito fattivamente a una proposta più ampia, la Small mission to Mars, già all’attenzione del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale (Comint) e dell’Agenzia spaziale italiana.»
Spiega, l’amministratore unico Giacomo Cao, che si tratta di una missione con l’obiettivo di inviare entro il 2031 sulla superficie di Marte una sonda interamente progettata e realizzata in Italia, al cui interno saranno alloggiati specifici payload scientifici e tecnologici. Anche il veicolo di lancio VEGA E, gestito dalla società Avio, sarà italiano, e garantisce la concreta fattibilità di un lancio nello spazio senza dover ricorrere a paesi terzi. La realizzazione della missione sotto la sua responsabilità scientifica conta sulle competenze del Centro Italiano Ricerche Aerospaziali – CIRA, dei Distretti aerospaziali della Campania e della Sardegna, dei rispettivi soci, oltre che delle istituzioni e delle società quali INAF, consorzio ALI, Politecnico di Milano e Telespazio.
Dice Francesco Mola, rettore Università degli Studi di Cagliari: «La nostra Università da sempre sostiene il lavoro dei suoi ricercatori e delle sue ricercatrici in diversi ambiti, compreso quello dell’aerospazio. Riteniamo che il progetto che ci vede coinvolti sia di rilievo, pertanto siamo orgogliosi di poter dare il nostro contributo in una sfida di tale impatto nella comunità scientifica internazionale.»
Questo il contributo di Antonio Blandini, presidente CIRA, e spiega l’intenzione di mettere a disposizione tutte le competenze per intraprendere con successo l’ambiziosa missione che consente all’Italia di acquisire un ruolo di leader: «Questo progetto rappresenta un’importante sfida nella creazione delle condizioni necessarie alla vita umana nello spazio e in altri pianeti. Il nostro centro sta lavorando su più fronti per garantire un più facile accesso allo spazio, un rientro sicuro non solo nell’atmosfera terrestre, ma anche in quella di altri pianeti e si sta dotando anche di una infrastruttura integrata di prova per la sperimentazione e la qualifica di sistemi e tecnologie per l’esplorazione e la colonizzazione umana e robotica di Luna e Marte.»
Francesco Punzo, direttore operativo ALI, conscio del proprio ruolo nella delicatissima fase della discesa sul pianeta rosso, spiega: «Il nostro contributo alla missione riguarda la protezione dei paylod scientifici. Permette un ammartaggio sicuro con utilizzo della tecnologia di rientro proprietaria IRENE ‘Italian RE-entry NacellE’ che presenta caratteristiche di semplicità tali da ridurre considerevolmente non solo i rischi ma anche i costi della missione. La particolare configurazione dello scudo termico, che nelle fasi finali della missione si dispiega come un ombrello, riesce anche a rallentare considerevolmente la sonda, eliminando o almeno limitando la necessità di equipaggiare il modulo di rientro di ulteriori sistemi di frenata più complessi e maggiormente soggetti a guasti o errori. La tecnologia IRENE – conclude Punzo – è stata già validata con un test suborbitale il 22 Novembre 2022. Il test orbitale è invece previsto tra dicembre 2024 e luglio 2025.»
Aggiunge Arturo Moccia, amministratore delegato Lead Tech srl: «Il contributo al progetto Small mission to Mars, tenendo conto delle attività svolte precedentemente dagli altri partner, consiste nella costruzione del dimostratore per testare e validare la soluzione finale. In particolare, il modello verificherà la capacità di un dimostratore di volo futuro di sviluppare alcune importanti funzionalità.»
Quindi le attività mireranno a dimostrare la rappresentatività del modello in termini di interfacce meccaniche, massa e forma e il collegamento con il lanciatore. La Lead Tech ha già partecipato alla realizzazione del modello di volo della Capsula Mini IRENE, validata in volo suborbitale nello scorso novembre. La partecipazione della Lead Tech al progetto SMS sarà un ulteriore elemento di stimolo per la crescita aziendale nel settore Spazio.
Anna Maria Turra