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Sostenibilità, ambiente e lusso: le sfide green dell’alta orologeria

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07/03/2022

Da IWC a Rolex, molte aziende orologiere s’impegnano nella sostenibilità con iniziative e progetti. Perché chi misura il tempo sa quanto poco ne abbiamo

Il prossimo passo potrebbe essere una nuova categoria per l’orologio più sostenibile al Grand Prix d’Horlogerie de Genève. Magari un orologio realizzato con materiali riciclati a km zero, in una struttura alimentata da energie rinnovabili. L’idea non è così inverosimile come potrebbe sembrare, dato il numero crescente di iniziative legate alla sostenibilità messe in atto dai marchi di alta orologeria.

Lungi dall’essere felici realtà green, anche la Svizzera e le sue industrie – in primis quella orologiera – devono fronteggiare le conseguenze dei cambiamenti climatici. Un rapporto pubblicato a fine 2021 da Global Carbon Project mostra che il calo delle emissioni globali di carbonio durante la crisi del Covid-19 è stato di breve durata. In un’economia globale fortemente dipendente dai combustibili fossili, dopo essere diminuite del 5,4% nel 2020, le emissioni sono aumentate del 4,9% nel 2021 e hanno raggiunto un livello vicino al massimo storico del 2019.

Il Deloitte Swiss Watch Industry Study 2021

Ma non tutto è perduto. Dal Deloitte Swiss Watch Industry Study 2021 emerge l’opinione quasi unanime (93%) tra i dirigenti del settore intervistati, che la sostenibilità è un argomento importante. Deloitte cita “il cambiamento dei comportamenti dei consumatori, il controllo dei media e un panorama normativo più rigoroso” come motivazioni di questa consapevolezza.

Sebbene la situazione non sia del tutto rosea – “l’industria soffre ancora di greenwashing e fa affermazioni di sostenibilità prive di sostanza” -, c’è un chiaro desiderio tra i marchi di orologi di diventare più sostenibili, principalmente per finalità ambientali. Alla domanda sui motivi per investire di più nella sostenibilità, la risposta più comune è stata la volontà di ridurre l’impatto delle aziende in termini di emissioni fossili.

Oris in soccorso degli oceani

Oris, per esempio, a settembre 2021 ha ottenuto lo status di neutralità climatica da esperti indipendenti di ClimatePartner. Il marchio guida la propria campagna “Change for the Better” investendo in iniziative di protezione ambientale e sviluppo sostenibile. In termini pratici, Oris ha compensato oltre 2.500 tonnellate di carbonio sostenendo il progetto Clean Ocean di Plastic Bank, che ha impedito a un miliardo di bottiglie di plastica di entrare negli oceani.

A partire dal 2022 Oris mira a ridurre le proprie emissioni di carbonio del 10% all’anno attraverso l’aggiornamento dello stabilimento di Hölstein, un maggiore utilizzo di energia verde e continuando a migliorare la propria catena di approvvigionamento. Nel corso dell’anno, Oris pubblicherà il suo primo bilancio di sostenibilità.

IWC, la sostenibilità è nel DNA

Dal canto suo, IWC ha raggiunto lo status di carbon neutral già nel 2007 e dal 2018 pubblica ogni due anni il suo rapporto di sostenibilità, basato sugli standard della Global Reporting Initiative. Ogni rapporto definisce nuovi obiettivi. Per il 2022, questi includono l’acquisto di energia rinnovabile al 100% a livello globale, l’implementazione di una strategia IT verde e l’eliminazione graduale dei prodotti forestali non certificati FSC (Forest Stewardship Council).

L’azienda ha anche definito le linee guida per eventi di marketing sostenibili con un impatto sociale e ambientale più positivo. Non sorprende che il Manufakturzentrum, aperto nel 2018, sia un esempio di uso efficiente delle risorse e di riduzione delle emissioni. Funziona a energia idroelettrica, con energia rinnovabile generata dai pannelli fotovoltaici sul tetto. L’illuminazione a risparmio energetico è utilizzata ovunque, il riscaldamento avviene tramite pompe di calore e per l’acqua dei servizi igienici si utilizza quella piovana.

Dal 2000 IWC fa parte del gruppo Richemont, anch’esso impegnato sul fronte della sostenibilità. L’organizzazione no profit internazionale CDP (Carbon Disclosure Project) ha valutato Richemont “A” per la sua azione sui cambiamenti climatici. Nel 2020 ha ridotto del 19% le emissioni di carbonio delle proprie aziende e si impegna a raggiungere il 100% di utilizzo di elettricità rinnovabile entro il 2025.

Manifatture sostenibili per Audemars Piguet

È un dato di fatto che lo sviluppo sostenibile debba essere integrato in qualsiasi nuovo sito di produzione, come ha dimostrato Audemars Piguet espandendo la sua unità produttiva. Il marchio descrive i suoi nuovi edifici come “architetture innovative integrate e rispettose del loro ambiente”. Dopo il nuovo Musée Atelier e l’Hôtel des Horlogers, la cui apertura è prevista per marzo di quest’anno, alla fine del 2021 una prima parte del personale si è trasferito nella nuova Manufacture des Saignoles.

Questi nuovi laboratori di produzione si fondono con il rilievo della valle e sono stati progettati con il contributo di Marilyne Andersen, professoressa di tecniche di costruzione sostenibile presso l’EPFL, il Politecnico federale di Losanna. Ancora in costruzione, l’Arco a forma di U, adiacente all’esistente Manufacture des Forges, coprirà 17.000 metri quadrati. Entrambi questi edifici soddisfano gli standard costruttivi svizzeri Minergie e Minergie ECO, relativi a comfort, efficienza, sostenibilità e mantenimento del valore nel tempo. Entrambi sono efficienti dal punto di vista energetico grazie a un isolamento termico ad alte prestazioni, a una fornitura di energia verde e a un sistema di ricambio d’aria controllato.

Rolex si impegna per il pianeta Terra

Naturalmente, limitare i propri sforzi alla progettazione di edifici sostenibili, per quanto fondamentale e lodevole non è certo sufficiente. Rolex, per esempio, ha scelto di concentrarsi sulla ricerca scientifica.

Le iniziative ideate dal marchio includono, tra gli altri, i Rolex Awards for Enterprise che incoraggiano “progetti innovativi che migliorano la vita sul pianeta, ampliano le conoscenze, propongono soluzioni alle principali sfide o preservano il nostro patrimonio naturale e culturale”. Dal lancio degli Awards nel 1976, Rolex ha ricevuto 35.550 candidature e selezionato 155 vincitori in aree di esplorazione e conservazione che si estendono dagli oceani alle montagne, passando per i poli. Attraverso l’iniziativa Perpetual Planet, inoltre, Rolex supporta coloro che utilizzano la scienza per affrontare le sfide ambientali e che stanno cercano modi per ristabilire l’equilibrio nei nostri ecosistemi.

C’è chi prova a far partire il cambiamento dalla propria casa, chi invece lavora sulla casa comune dell’umanità, la Terra. La speranza è che i continui richiami alla sostenibilità non si trasformino in vuoti argomenti di marketing ma che sostengano sforzi e ricerche concrete. Proprio perché il core business dell’industria orologiera è il tempo, sarebbe grave se essa non fosse tra le prime a comprendere quanto poco ne manca al punto di non ritorno.

Davide Passoni

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