Sostenibilità, l’esempio dell’industria della carta
L’associazione Pro Carton illustra gli ultimi sviluppi industriali in vista delle ultime sfide europee e globali
La sfida per la sostenibilità ambientale è cominciata. Obiettivo: 2030. Una data prefissata dall’Unione europea per ridurre in maniera drastica le emissioni di gas serra. I primi dati dell’Agenzia europea per l’ambiente sono confortanti. Nel 2019 la diminuzione è stata del 4% rispetto al 2018. Il 24% in meno se messo a confronto con il decennio scorso. Il risultato andrebbe al di là delle aspettative, perché avrebbe già oltrepassato uno dei primi grandi obiettivi di questo piano d’azione sul clima. Il Green Deal europeo aveva inizialmente prefissato una riduzione del 20% rispetto alle emissioni del 1990, ma questi dati sono la dimostrazione di una grande sinergia tra le istituzioni e le imprese del territorio. Gli obiettivi del 2030 (che prevedono un calo del 40%, e l’impiego del 32% di energia rinnovabile) non sono impossibili; possono essere l’occasione di rilancio dell’economia, ma con uno sguardo lungimirante verso il pianeta, che va preservato e sostenuto sin dalle sue radici.
L’industria del cartone, energia pulita per le imprese
Il settore della carta può essere preso da esempio per questo processo che porti a un’economia sostenibile. I dati mostrati dall’associazione Pro Carton raccontano di una sinergia che unisce e rafforza i principali produttori di cartone. Il 56% di tutta l’energia primaria è realizzata con le biomasse e i composti del legno. L’investimento ha riguardato in particolare l’uso di impianti di cogenerazione che forniscono il 95,5% dell’elettricità e del calore al 90% delle cartiere in Europa.
Meno anidride carbonica, più ossigeno alle aziende
Ma perché scegliere la bio-energia? Di certo, si tratta di dover stravolgere i piani industriali, ma i benefici andranno a superare i costi iniziali nel breve periodo. La scelta del settore cartario di evitare l’uso di combustibili fossili ha portato a una diminuzione importante dell’inquinamento. Sempre prendendo come paragone gli anni’ 90, l’energia sostenibile ha portato a una riduzione del 43% di Co2 per tonnellata.
E a giovarne, sono anche gli alberi
Il merito di queste realtà sta anche nella capacità di guardare oltre i propri confini aziendali. Ogni scelta è dettata da valutazioni. E ciascuna attività intrapresa deve tenere presente oggigiorno delle cosiddette esternalità. Non devono essere per forza negative, ma possono tramutarsi in benefici, come quelli ambientali. Dal 2005 al 2015 le foreste si sono estese di 17,5 milioni di ettari. 25 anni fa gli alberi occupavano 197,5 milioni di ettari. Oggi si è raggiunto quota 215 milioni. Ma come è possibile? Grazie a delle politiche che guardino con attenzione all’ambiente. La carta deriva prima di tutto dagli alberi del Nord Europa (il restante proviene dalla Russia). Ma ciò che colpisce dai dati mostrati dall’associazione Pro Carton è che le foreste a gestione sostenibile forniscono circa l’83% delle materie prime, usando, tra le varie tecniche, il diradamento boschivo. Un processo che porta a rimuovere le piante più piccole che possono essere d’intralcio alla maturazione degli altri alberi. Oltre a garantire una crescita ottimale degli alberi, ciò ha avuto come effetto un aumento dell’area verde nel continente europeo. «Questi dati – afferma il Direttore Generale di Pro Carton Tony Hitchin – che rappresentano il lavoro del nostro settore, mostrano quanto sia fondamentale il ruolo del cartone nella transizione verso un’economia che sia veramente circolare. Il cartone non è solo prodotto da energie rinnovabili ma è anche un materiale totalmente riciclabile e biodegradabile. Mentre i brand di tutto il mondo mirano a ridurre il loro impatto ambientale, ci appelliamo affinché possano fare del cartone la loro principale soluzione d’imballaggio».
Riccardo Lo Re