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Space Oddity compie 50 anni

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12/12/2019

Il mito di Ziggy Stardust non accusa il tempo che passa

Le canzoni e la musica in genere rappresentano la colonna sonora della nostra vita. In alcuni casi il concetto acquisisce ancor più significato, come per Space Oddity, manifesto space rock del Re del glam David Bowie.

Soli nove giorni separarono nel 1969 la pubblicazione di questo brano di Bowie dalla storica impresa della navicella spaziale Apollo 11 che sbarcò sul suolo lunare. Coincidenza o strategia di comunicazione che fosse, entrambi gli eventi celebrano quest’anno il 50° anniversario e diventano l’occasione per essere inevitabilmente associati, come se quella celebre canzone del Duca Bianco fosse la colonna sonora per antonomasia dell’allunaggio di Neil Armostrong e compagni.

Una nuova versione del videoclip di Space Oddity denominata 2019 mix è stata presentata ufficialmente e in anteprima presso il Kennedy Center della Nasa negli Stati Uniti lo scorso luglio, nel quadro delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario dello storico momento in cui i piloti dell’Apollo 11 mossero i primi passi sulla superficie lunare; un video completato da una versione iniziale dello stesso brano e altri contenuti visual live di una performance sempre di quell’anno di Ziggy Stardust, alter ego di Bowie e della sua band, denominata Spiders From Mars.

Ma non è stata l’unica iniziativa per celebrare i due eventi: la casa automobilistica Volkswagen ha affidato alla celebre agenzia pubblicitaria Johannes Leonardo di New York, la realizzazione di un corto nell’ambito dell’iniziativa Drive Bigger, che si prefigge attraverso campagne di comunicazione & marketing l’obiettivo ambizioso dell’azienda tedesca di sviluppare entro il 2050 la produzione di veicoli elettrici in modalità carbon neutral come svolta totale e definitiva del proprio modello di business. Lo spot realizzato è artisticamente straordinario e sintetizza nel termine A New Mission l’obiettivo da raggiungere rievocando la portata epocale di quel luglio 1969, con il mondo intero col fiato sospeso incollato agli schermi tv per seguire l’arrivo degli astronauti sulla luna sulle note inconfondibili di Space Oddity.

Persino la Mattel ha voluto in qualche modo celebrare l’estro e l’iconicità di quella canzone, realizzando un modello di Barbie ispirato liberamente a Ziggy Stardust, con tanto di capigliatura rossa e abbigliamento spaziale in vendita alla cifra di 50$ online e nei negozi. E pensare che lo stesso Bowie fu ispirato nel comporre quel singolo dall’aver guardato svariate volte il capolavoro cinematografico 2001 Odissea Nello Spazio del celebre regista Stanley Kubrick, uscito l’anno precedente, nel 1968. Bowie ne fu fatalmente conquistato e apprezzò in particolare la filosofia del regista che poneva l’essere umano al centro dell’impresa della conquista dello spazio, una prerogativa che a suo avviso non si rispecchiava nell’approccio etico che muoveva i dirigenti della Nasa, che nell’avventura per la conquista della Luna stavano in qualche modo “de-umanizzando” la missione stessa.

Nel quadro delle varie celebrazioni sono da menzionare la performance orbitale dell’astronauta Chris Hadfield, che ha eseguito Space Oddity all’interno della sua navicella spaziale, realizzando peraltro il primo disco inciso in orbita della storia! Lato discografico, l’Estate che cura le attività di marketing e comunicazione legate al compianto artista scomparso il 10 gennaio del 2016 c’è la pubblicazione di una versione deluxe del singolo in vinile contenente un poster del manifesto originale del 1969. A distanza di tre anni e mezzo dalla morte il talento e le scelte artistiche di Bowie continuano a far parlare di lui e a riproporre episodi di una vita artistica e personale decisamente sopra le righe.

 

Paolo Maiorino

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