Star Wars: progetto spaziale
Dalla collaborazione tra Porsche e Lucas Film nasce una fantastica astronave
Per due mesi i designer di Porsche AG e della Lucas Film Ltd hanno unito le forze per sviluppare un concept che riunisse al meglio le rispettive idee di design. Il risultato è il Tri-wings 91XS Pegasus Star Fighter, nuovo bolide spaziale ispirato ai mezzi di Star Wars. Lavorando insieme, ma nei rispettivi centri design a Weissach, in Germania, e a San Francisco, in America, i due team hanno elaborato un concetto particolare di astronave. Il risultato, in scala 1:5 è stato presentato a Los Angeles alla première di dicembre di Star Wars: The Rise of Skywalker, capitolo finale della nuova trilogia.
A colpire, innanzitutto, è il frontale. Segue il retro. Il primo ricorda, infatti, quello della Porsche Taycan con le tipiche quattro luci LED affiancate, però, da un accessorio che non sarà certo possibile avere sulla prima elettrica della Casa tedesca: 2 cannoni blaster. La griglia posteriore, invece, con i deflettori e la terza luce di stop integrata è ispirata all’attuale generazione 911. L’abitacolo, con 3 sedili (quello del pilota centrale e avanzato, a differenza di quelli dei passeggeri ai lati e in posizione arretrata) è più ergonomico rispetto a quello presente nelle altre navicelle di Guerre Stellari. Gli strumenti sono allineati con l’asse del guidatore, mentre la posizione di seduta bassa ricorda l’ergonomia sportiva della 918 Spyder e i monitor a colori sistemati all’altezza dello sguardo. I vari comandi sono gestiti da un’unità R2 sistemata dietro la cabina di pilotaggio e non da un assistente vocale, come avviene sulle auto del brand tedesco del lusso. Insomma, il design segue un principio di base caratteristico del marchio: tutti gli elementi all’esterno devono avere una funzione chiara.
«Il design dell’astronave si integra armoniosamente con il mondo del cinema di Star Wars, dimostrando allo stesso tempo chiare analogie con lo stile e le proporzioni Porsche – ha affermato Michael Mauer, vicepresidente Style Porsche di Porsche AG – La forma complessiva della cabina, che si assottiglia verso la parte posteriore stabilisce dei parallelismi visivi con l’iconico design della 911 e del Taycan».
Per Doug Chiang, Vicepresidente e direttore creativo esecutivo di Lucas Film: «questa collaborazione è stata un’incredibile opportunità per unire l’estetica del design Porsche con quello di Star Wars. L’ho trovata stimolante dal punto di vista creativo ed è stato elettrizzante infondere l’estetica Star Wars con lo stile Porsche per creare una nuova navicella spaziale iconica che potrebbe esistere sia sulla Terra che nell’universo cinematografico».
Mentre nella realtà nella produzione di un veicolo la creatività sottostà a restrizioni e limitazioni in questo progetto ha potuto muoversi in assoluta libertà. Contemporaneamente, il team Style Porsche ha affrontato nuove sfide, poiché anche la creazione di un design puramente virtuale è impegnativa. Sullo schermo, le astronavi appaiono, a differenza dei veicoli nella realtà, in due dimensioni. Inoltre compaiono dinamicamente nel film e sono visibili solo per un breve momento, quindi il design deve essere riconoscibile in pochi secondi e suscitare emozioni grazie a un layout molto compatto che trasmetta dinamismo e agilità.
«I rispettivi design team hanno riunito i nostri distinti mondi per fare un regalo molto speciale per i fan dei due marchi – ha affermato Kjell Gruner, Responsabile Marketing di Porsche – E per far conoscere anche la nostra nuova estetica che è più evidente nella Taycan». L’auto, presentata con successo all’ultimo salone dell’Automobile di Francoforte 2019, è la prima 100% elettrica della Casa di Zuffenhausen, ed è disponibile in due versioni: Turbo da 680 CV e Turbo S da 761 CV, con performance e prestazioni da vere sportive, autonomia garantita su ciclo WLTP fino a 450 chilometri e velocità massima di 260 km/h. A fine 2020 si aspetta anche la Cross Turismo, versione shooting brake, che dovrebbe avere lo stesso motore della berlina con 600 cavalli di potenza complessiva ed un’autonomia di circa 500 chilometri.
Fabio Schiavo