TAG Heuer Monaco: 50 anni tra stile e velocità
Il Monaco spegne 50 candeline. Ecco la sua storia, festeggiata dalla Maison con il lancio di cinque edizioni limitate
Il Monaco, il cronografo che, alla fine degli Anni ’60, ha consolidato la posizione di Heuer nell’Olimpo dell’orologeria, conquistata con il Carrera, è uno dei campioni di stile e di design della sua epoca, non solo nel mondo delle lancette.
Se buona parte della sua fama è dovuta a Hollywood, è pur vero che senza contenuti tecnici ed estetici all’avanguardia, il Monaco non sarebbe sopravvissuto alla generazione in cui è nato.
E invece è ancora qui a dettare le tendenze a 50 anni dal suo debutto, coetaneo del “cugino” El Primero di Zenith, che quest’anno festeggia anch’esso i dieci lustri in casa LVMH.
Due prime mondiali
Quando fece la sua comparsa sul mercato nel marzo del 1969, il Monaco fu il primo a introdurre due novità mondiali all’avanguardia nell’orologeria dell’epoca:
- la prima cassa quadrata impermeabile;
- il primo movimento cronografico automatico.
È una questione fisica: impermeabilizzare una cassa tonda è più elementare che farlo con una cassa quadrata. Gli spigoli sono il primo punto di debolezza dal quale acqua e umidità si possono infiltrare.
E poi il cuore pulsante del Monaco, il Calibro 11. Frutto di tre anni di stretta collaborazione tra Heuer, Breitling e Hamilton, divenne il primo cronografo automatico a essere lanciato sul mercato.
“Volevamo creare un prodotto eccezionale e innovativo, all’avanguardia. Quando vidi la cassa quadrata, seppi immediatamente che si trattava di qualcosa di speciale. Fino ad allora, le casse quadrate venivano utilizzate solo per gli orologi eleganti, perché non era possibile renderle impermeabili. Portammo avanti questo design non convenzionale ottenendo l’uso esclusivo di questa cassa rivoluzionaria per il cronografo da polso Monaco”, commenta il presidente onorario di TAG Heuer Jack Heuer.
Si lega alle corse
Ciò che era ben chiaro nella testa di Jack Heuer era anche il fatto che le corse automobilistiche fossero il modo giusto per promuovere gli orologi, compreso il Monaco.
Heuer volle che i segnatempo e i timer da cruscotto prodotti dalla sua azienda rimandassero ai nomi e ai luoghi legati alle grandi corse.
A fianco del Monaco abbiamo infatti Monza, Jarama, Montreal, Silverstone, circuiti leggendari come quello del Principato.
Il Monaco a Hollywood
La consacrazione del Monaco, però, avvenne due anni dopo grazie al cinema, come sanno gli appassionati e non solo.
Nel 1971, infatti, il cronografo accompagnò Steve McQueen durante le riprese del film “Le 24 ore di Le Mans”, nel quale fu inseparabilmente al polso della star di Hollywood.
Fu senza dubbio una delle operazioni di product placement più clamorosamente riuscite nella storia del grande schermo.
Ancora oggi, l’immagine di Steve McQueen intento ad allacciarsi la tuta o il casco, con il Monaco in bella evidenza, è centrale nella comunicazione di prodotto del marchio.
Quello che più conta, però, è che il legame con l’orologio ha trasformato l’attore in un brand ambassador ante litteram (pur non essendolo mai stato), facendo scordare il fatto che, nella vita, egli indossava di solito un’altra marca di segnatempo, oscurata così da Heuer.
Il successo degli Anni ‘70
A metà degli Anni ‘70, il Monaco subì un restyling dettato dalle nuove tendenze.
In quegli anni, infatti, il nero stava diventando un colore di moda, così l’orologio fu racchiuso in una cassa nera anodizzata.
Questo modello ormai raro, conosciuto con il nome di “Signore Oscuro”, divenne già all’epoca ricercatissimo e oggi è ambito dai collezionisti.
Il ritorno negli Anni ‘90
Il primo capitolo della storia del Monaco si concluse alla fine degli Anni ’70, per riaprirsi solo nel 1998.
In mezzo, ci fu la trasformazione di Heuer in TAG Heuer, che alla fine degli Anni ’90 ripropose un segnatempo ispirato all’originale, sancendo di fatto la ripresa della collezione, che negli ultimi due decenni ha introdotto diversi modelli con complicazioni inedite.
Ricordiamo il Monaco-Sixty Nine, “concept watch” che univa in una sola cassa il movimento a carica manuale dello storico Monaco e, sul lato opposto, un esclusivo movimento cronografico digitale.
Nel 2004 l’orologio si aggiudicò il premio Best Design al Grand Prix d’Horlogerie di Ginevra.
O ancora il Monaco LS (dove LS stava per “linear seconds”, secondi lineari), sul cui quadrante nero i secondi permanenti erano mostrati all’interno di una finestra lineare a ore 3, i minuti e le ore cronografiche a ore 9 e a ore 6 e il datario in una finestra angolare a ore 12.
O le diverse edizioni Gulf, a commemorare lo sponsor della Porsche 917K guidata da Steve McQueen nel film.
Due edizioni celebrative
Naturalmente, per festeggiare i primi 50 di un’icona, TAG Heuer non poteva non immaginare una sorta di Monaco 4.0.
Durante un grande evento che si è tenuto a maggio nel Principato, in occasione del Gran Premio di Formula 1, la Maison ha infatti stato annunciato che nel corso dell’anno saranno svelate in sequenza cinque creazioni ispirate alle diverse decadi, dal 1969 al 2019, che renderanno omaggio al design senza tempo del Monaco.
Monaco 1969-1979
Il primo di questi orologi è caratterizzato da forme geometriche e colori emblematici degli Anni ‘70, abbinati a una decorazione Côtes de Genève.
Proposto con un cinturino racing in pelle marrone con fori rifiniti in marrone chiaro, questo cronografo in acciaio inossidabile è stato prodotto in un’edizione limitata di 169 esemplari.
Il quadrante verde presenta accenni di marrone e giallo e finiture Côtes de Genève e le lancette sono rivestite con SuperLuminova. Sul fondello sono incisi il logo originale “Monaco Heuer”, la dicitura “1969-1979 Special Edition” e “One of 169”.
Nella cassa in acciaio batte, ça va sans dire, il celebre Calibro 11, una versione moderna del movimento cronografico del 1969.
Monaco 1979-1989
Il secondo orologio è stato invece presentato a giugno a Le Mans ed è ispirato agli Anni ’80.
All’interno della cassa quadrata in acciaio lucido, Monaco 1979-1989 presenta un quadrante rosso con finiture sunray e due sottoquadranti con profili incurvati, rodiati.
Dettagli in bianco e nero mettono in risalto il quadrante e si abbinano alle lancette di ore e minuti, bianche con la punta nera.
Il fondello reca l’incisione del logo “Monaco Heuer” e le scritte “1979-1989 Special Edition” e “One of 169”. Sfoggiando un design ispirato al modello originale, è decorato con spazzolature circolari.
Davide Passoni