Trovati i quattordici discendenti viventi di Leonardo Da Vinci
Prosegue la ricerca che punta a ricostruire l’albero genealogico del grande genio rinascimentale attraverso lo studio del Dna
Il proprio sangue può riservare grandi sorprese. E lo sanno bene quelle quattordici persone che, pochi giorni fa, hanno scoperto di essere i discendenti diretti di uno dei più grandi geni della storia: Leonardo Da Vinci. Si tratta del frutto di una ricerca che prosegue da parecchi anni, tra alberi genealogici, documenti ingialliti e analisi del sangue. Già nel 2016 erano stati infatti individuati alcuni discendenti, comunque indiretti, del grande artista e inventore italiano, tra cui il regista Franco Zeffirelli. Adesso, invece, gli studiosi sono riusciti ad andare oltre. E così hanno scoperto che sono ben quattordici i discendenti, in linea diretta maschile, dell’uomo che dipinse la Gioconda.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Human Evolution da Alessandro Vezzosi, che è il fondatore del Museo ideale Leonardo Da Vinci, e Agnese Sabato, la presidente della Fondazione Leonardo Da Vinci Heritage. «Nel 2016 avevamo già individuato 35 discendenti viventi di Leonardo, ma erano per lo più indiretti, frutto di parentele parallele anche in linea femminile. Dunque, non erano persone che potevano darci informazioni utili sul Dna di Leonardo e in particolare sul cromosoma Y, che viene trasmesso ai discendenti maschi e rimane quasi invariato per 25 generazioni» ha spiegato, all’Ansa, Alessandro Vezzosi.
Ed è stato particolarmente curioso scoprire i profili di chi può vantare una discendenza con il genio rinascimentale. Sono persone che hanno un’età compresa tra 1 e 85 anni. Gente comune che pratica anche mestieri comuni, come per esempio il geometra, l’impiegato e l’artigiano, e che vive poco lontano da Vinci, cioè il paese di cui l’artista era originario. «Il loro Dna sarà analizzato nei prossimi mesi per contribuire alle ricerche della task force internazionale The Leonardo Da Vinci DNA Project, presieduta da Jesse Ausubel (della Rockefeller University di New York) e sostenuta dalla Fondazione Richard Lounsbery – spiegano dall’Ansa -. Il progetto coinvolge il J. Craig Venter Institute di La Jolla, in California, e diverse altre università e centri di ricerca di alto profilo, tra cui il Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze diretto da David Caramelli».
Dario Budroni