Bastiano Sotgiu, di Arzachena, è scomparso nel settembre 2020 all’età di 89 anni. Fu lui a seguire le prime compravendite che diedero vita al progetto turistico dell’Aga Khan: la Costa Smeralda
Erano i primissimi anni Sessanta. La Costa Smeralda esisteva solo nelle menti lungimiranti del principe Karim Aga Khan e dei suoi amici investitori. E così Bastiano Sotgiu, giovane geometra di Arzachena, si trovò improvvisamente al centro di un vortice di idee e ambizioni che stava per cambiare per sempre la storia della Gallura e della Sardegna. Fu infatti lui ad avere il privilegio di mappare in qualche modo i primi confini di quella che sarebbe presto diventata una delle più famose mete del turismo internazionale d’élite. Bastiano Sotgiu, insomma, è stato uno dei padri della Costa Smeralda. E nessuno lo dimenticherà. Se ne è andato il 18 settembre 2020 all’età di 89 anni, nella sua Arzachena, orgoglioso fino all’ultimo di aver contribuito alla nascita di un paradiso.
La sua ultima intervista risale alla primavera del 2019. E la rilasciò al Cs Journal, che lo aveva contattato per raccontare la sua storia. «Ai tempi in paese c’erano solo altri due colleghi. E io ebbi la fortuna di essere conosciuto nella zona di Abbiadori. Dopo il primo incarico, ne arrivarono molti altri. Avevo la fiducia dei venditori e anche dei compratori» aveva raccontato. Fu anche grazie agli studi di Bastiano Sotgiu, uomo di sani principi morali, se i poveri terreni della zona di Monti di Mola vennero presto trasformati nella famosa e prestigiosa Costa Smeralda. Gli atti notarili di compravendita si basavano proprio sulle sue planimetrie e sui suoi precisi calcoli. «Nel 1960 c’erano stati già degli acquisti a Cala di Volpe e a Capriccioli. E proprio in quei mesi io ricevetti il primo l’incarico: misurare una fascia che, partendo dalla stradina di Capriccioli, arrivava fino al luogo dove oggi c’è l’hotel Romazzino. Stiamo parlando di circa 200 ettari. Fu un’esplosione. Pian piano tutti i proprietari volevano trattare e vendere le loro terre. Io seguivo sia chi vendeva sia chi acquistava» ricordava Sotgiu.
Mappare i terreni non fu semplice. Nella zona tra Abbiadori e Liscia di Vacca, infatti, i proprietari portavano quasi tutti lo stesso cognome: Azara o Orecchioni. «E molte volte avevano anche lo stesso nome, mentre ogni fascia di terreno aveva più di un proprietario. Io li distinguevo grazie ai soprannomi». Indimenticabile, poi, il primo incontro con il principe Aga Khan. «Eravamo ad Abbiadori. Non c’era alcun tipo di clamore, era un giovanotto molto riservato. Ma confesso che ai tempi nessuno riusciva a comprendere cosa stesse accadendo e il motivo di quelle compravendite. Pian piano lo capimmo leggendo i giornali. Furono anni che cambiarono la vita di tutti noi. Quando nacque la Costa Smeralda non c’era neanche più motivo di emigrare. Servivano muratori, manovali, piccoli imprenditori. Fin da subito, per lavorare in Costa Smeralda, arrivarono anche da Olbia e dagli altri paesi della Gallura. Gli emigrati tornarono a casa e chi doveva partire non partì più».
Dario Budroni
Fotoritratto di Marcello Chiodino