Un super 2021 per il Museo Nivola
Si presenta come un auspicio la presentazione degli appuntamenti annuali dello spazio museale di Orani
Il Museo Nivola, che è l’istituzione che conserva la più importante collezione al mondo delle opere di Costantino Nivola, esprime rinascita nel consueto spessore di proposte nuove. Dopo la mostra di Sarah Entwistle, con la regia di Alfredo Cramerotti, che accoglie la grande installazione dell’artista britannica che fruga nell’archivio del nonno, l’architetto Clive Entwistle, e intrecciando memorie personali, frammenti di legami si fanno ispirazioni, il lancio ora è per lo straordinario insieme di artisti: Peter Halley, Nairy Baghramian, Daniel Buren.
E se la creativa nipote dell’Entwistle che come Nivola emigra a New York, ci suggerisce di fare le cose prima che siano da rifare, You should remember to do those things done before that have to be done again, il museo applica alla lettera l’indicazione, affrettandosi a una nuova forma di seduzione del pubblico in progetti che puntano verso Sassari e Saruli. Nel Padiglione dell’Artigianato, destinato a diventare Museo dell’Artigianato e del Design, il designer Giulio Iacchetti indagherà il concetto di quel tempo appartenente all’opera artigianale. Una riflessione irrinunciabile sulla lentezza, sulla manualità che, in accordo con la logica operativa dell’artigiano, non esaurisce il suo senso nel giro di una sola mostra. Ma del rapporto con la materia e della sua elaborazione parla in un linguaggio dirompente proprio Peter Halley. Al Museo Nivola, infatti, questa figura chiave del Neo Concettualismo americano, trasformerà l’antico lavatoio pubblico, dalle forme e proporzioni simili ad una chiesa, rivestendo interamente l’ambiente con le sue composizioni digitali, in un’esplosione di colore fluo investirà spazi e sensi, producendo un forte contrasto con il candore del cortile e degli edifici del museo. Segue in estate la mostra di Nairy Baghramian, scultrice iraniana che vive a Berlino. Le cui opere hanno forme astratte e alludono a corporeità, design e alla storia della scultura; toccano temi legati al genere, all’identità, all’attitudine dei materiali, tra immobilità e viaggio, di veicolare stati di accesso alla coscienza. A Orani, l’artista si confronterà con l’opera di Costantino Nivola, nel paradigma dei suoi playground, dove l’aspetto della scultura tocca messaggi sociali. Ma la potenza del programma quest’anno, chiudendosi in autunno con Daniel Buren, uno dei padri dell’arte concettuale storica alla quale ha contribuito con i suoi fondamentali scritti, si esprime in una programmazione che sa esattamente dove approdare perché, semplicemente, ha il senso delle cose da dire. Con la presenza di Buren il Museo Nivola riprende il filo di un viaggio avviato con la mostra di Lawrence Weiner Attached by Ebb and Flow. Anche Daniel Buren interverrà sugli spazi dell’ex-lavatoio con una delle sue installazioni site-specific.
Vede la cura di Antonella Camarda e Giangavino Pazzola l’innovazione perfetta consegnata dal progetto Poter restare fermo, vincitore del bando Mibact Strategia Fotografia 2020, con i tre giovani fotografi italiani emergenti, Valeria Cherchi, Paolo Ciriegia e Vittorio Mortarotti. Nel corso di una residenza a Orani ancora una volta l’immagine sfuma l’elemento tempo, sposta confini labili che fanno la differenza tra aderire ai ritmi lenti della natura o alla frenesia, demone dei nostri giorni. Ed ecco mostrata una nuova vulnerabilità in cui unire architettura e natura, in cui l’assecondare il legame umano diviene creazione di nuovo stile di comunità, adiacente a un bisogno antico. Nel “Pergola Village”, sfida raccolta da Orani e da Stefano Boeri col supporto della Regione Sardegna, la supervisione scientifica della Fondazione Nivola, l’idea del “paese-pergolato” è ora intenzione precisa di rigenerazione urbana. La rinascita è già in corso d’opera ed è l’interpretazione di un sogno di Costantino Nivola che già nel 1953 voleva unire tutte le case del suo paese natale con pergole di vite, nuovi spazi e relazioni solide per le fondamenta di un Museo dal pensiero rivoluzionario e straordinariamente arrembante. Il meglio stavolta è, più che negli splendidi chiaroscuri di un sito che cura e raccoglie strati di storia, nelle superbe intenzioni dei suoi protagonisti. Sotto lo sguardo di Giuliana Altea, storica dell’arte i cui approfondimenti consegnano più che mai eversiva la visione sposata dalla Fondazione Nivola, stilemi di un linguaggio che da Orani insiste: quanto più è forte il radicamento maggiore è la creazione di potenze.
Anna Maria Turra
Crediti:
– Parco del Museo Nivola: veduta del parco del Museo Nivola, Courtesy Fondazione Nivola
– Nairy Baghramian: Nairy Baghramian, Knee and Elbow, 2020, Marble, cast stainless
steel, © Marian Goodman Gallery
– Padiglione artigianato: Padiglione dell’artigianato Sassari, © Metassociati
– Daniel Buren: Calligraphies, permanent in situ work, 2019, Banqiao Station Y16, Taipei Taïwan. © Daniel Buren/ADAGP
– Pergola Village: Costantino Nivola, Pergola-village, vined Orani, tavole interne, in Interiors, gennaio 1953. Courtesy Fondazione Nivola.
– Veduta della mostra Peter Halley e Alessandro Mendini, Galleria Massimo Minini, Brescia, marzo – maggio 2008 Foto Attilio Maranzano Courtesy l’artista e Galleria Massimo Minini
– Cortile museo Nivola: Cortile del Museo Nivola, foto di Luca Cheri
- Alfredo Cramerotti
- Antonella Camarda
- Clive Entwistle
- costantino nivola
- Daniel Buren
- Fondazione Nivola
- Giangavino Pazzola
- Giuliana Altea
- installazione
- Lawrence Weiner
- museo
- Museo Costantino Nivola
- Nairy Baghramian
- nuoro
- opere
- orani
- Paolo Ciriegia e Vittorio Mortarotti
- Pergola village
- Peter Halley
- potenza
- proposte
- radicamento
- rinascita
- Sarah Entwistle
- sito
- spessore
- Stefano Boeri
- Valeria Cherchi