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Una installazione contro la desertificazione

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30/06/2021

L’opera di Massimiliano Orlandoni stimola la riflessione sulle alterazioni ambientali e contribuisce a riqualificare una strada di Recanati

La superficie è arida, senza vita, priva di acqua e di natura. È una installazione artistica immaginata e realizzata proprio per innescare la riflessione. In occasione della Giornata mondiale contro la desertificazione e la siccità, a Recanati, nei giorni scorsi, è stata inaugurata una nuova opera in terracotta che porta la firma dell’artista Massimiliano Orlandoni. Un progetto chiamato LIVEllo2, a cura di Nikla Cingolani e frutto di una sinergia tra Comune e Sistema museo, che dà anche la possibilità al visitatore di contribuire alla riqualificazione di una strada del borgo marchigiano.

L’opera di Orlandoni si intitola Land tree project. È esposta nella Torre civica di Recanati ed è composta da frammenti di ceramica. Un’installazione che non lascia certo spazio all’immaginazione. La rappresentazione di un pezzo di deserto, infatti, appare subito ben chiara nella mente del visitatore. «Essa ricrea un paesaggio arido nel quale lo spazio bianco, il grande cerchio anch’esso in ceramica, diviene simbolo di un luogo, evidenzia un vuoto, la mancanza di un albero» spiegano i promotori del progetto. Si tratta di una installazione di 6 metri quadrati, composta da ben 282 elementi in ceramica numerati e firmati singolarmente sul retro. Tante tessere di un mosaico arido e desertico che sono state create con l’utilizzo di una argilla pura e non filtrata, denominata Galestro, particolarmente resistente ai cambiamenti climatici. Ogni frammento sarà poi consegnato con un certificato di autenticità in un apposito packaging creato per l’occasione. Il motivo è molto semplice: con il contributo di 10 euro i visitatori hanno la possibilità di collezionare un oggetto che in futuro permetterà l’acquisto e la successiva messa a dimora di diversi alberi per un nuovo parco a Recanati, lungo via Matteotti. «Ogni visitatore è chiamato a riflettere e interrogarsi sulle ragioni delle grandi alterazioni ambientali e l’opera nasce, oltre che per essere ammirata, per stimolare l’azione di prelevare un pezzo d’argilla, diventando egli stesso parte attiva dell’installazione» spiegano ancora gli organizzatori del progetto. L’installazione, inaugurata lo scorso 17 giugno, resterà al suo posto fino al prossimo 26 settembre.

 

Dario Budroni

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