Il Cai di Bolzano, nell’anno del suo centenario, ha organizzato una esposizione degli stupendi scatti del fotografo Stefano Torrione
Cento anni di storia vanno festeggiati. Soprattutto se ci si trova tra le cime di queste meravigliose montagne. La sezione di Bolzano del Club alpino italiano, nel centenario della sua fondazione, presenta così la mostra AlpiMagia: riti, leggende e misteri dei popoli alpini. Si tratta di un progetto fotografico di Stefano Torrione, a cura di Augusto Golin e con la supervisione di Maurizio Veronese, vicepresidente della sezione e responsabile delle attività culturali. Il Cai fonda infatti la sua nascita sulla conoscenza, l’amore, il rispetto e la preservazione della montagna. Gli scatti del fotografo valdostano Stefano Torrione sono così il miglior modo per celebrarla, ripercorrendo le tappe di un anno solare nelle Alpi, documentando per immagini riti, leggende e tradizioni popolari delle genti alpine, tra passato e presente.
L’esposizione, visitabile fino al 31 agosto negli spazi del museo civico di Bolzano, presenta ben 78 fotografie che mettono in mostra più di settanta eventi, tra Liguria e Friuli, documentati dall’autore nei cinque anni di lavoro dedicati al progetto. Le Alpi sono le montagne più famose al mondo, le più popolate, le più raccontate e studiate e da lì sono passati romani, celti, reti e germanici e lassù ci abitavano già salassi, camuni e leponzi. Il fotografo Stefano Torrione, con i suoi scatti suggestivi ed empatici, immerge così lo spettatore in un appassionante viaggio visivo in cui le Alpi si rivelano come uno straordinario scenario “terrificante e magico”, ricco di storie da raccontare che testimonia al contempo la voglia di resistere all’omologazione del mondo contemporaneo.
«Siamo stati subito molto interessati, quando si è prospettata la possibilità di avere a Bolzano le stupende immagini fotografiche di Stefano Torrione, che spaziano dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia toccando tutte le regioni dell’arco alpino. Perché parlare di Alpi e di Dolomiti, raccontarne la storia, le tradizioni, la cultura dei popoli della montagna ci è sembrato un modo fantastico per iniziare a festeggiare la ricorrenza dei 100 anni della sezione di Bolzano del Cai – commenta Maurizio Veronese, vicepresidente della sezione -. La mostra è un magnifico ritratto della cultura alpina, nel quale si potrà apprezzare la ricchezza e il fascino di un progetto che, come in un gioco di specchi, riflette squarci di vita dei piccoli mondi alpini, separati tra di loro da vallate impervie, ma uniti in un unico spirito».
Sulla stessa linea Augusto Golin, il curatore: «Si tratta di una serie di riti che hanno un’origine comune, come affermato dall’etnologo Giovanni Kezich. Un grande puzzle che si è frantumato disperdendosi nei territori alpini ma che hanno una fonte condivisa. Riti legati al calendario contadino, al cambio delle stagioni, al fuoco purificatore ma anche rigenerativo. Le gesta di uomini inselvatichiti con sembianze di orsi, lupi e diavoli, l’acqua e la terra che produce frutti per gli uomini e gli animali, per finire con i riti legati all’Avvento. Riti che hanno affrontato nei secoli, se non nei millenni, diverse sfide che tendevano a snaturarli o abolirli. La rinascita e la sopravvivenza di queste tradizioni le ha viste trasformarsi nuovamente, alcune diventando un fenomeno turistico, in particolare i riti legati al Carnevale, altri mantenendo un carattere più intimo».
Dario Budroni