Il primo spatial computer di Cupertino è completamente controllabile utilizzando direttamente occhi, mani e voce

La rivoluzione Apple è cominciata, ancora una volta. Questa volta la casa di Cupertino ci porta direttamente nel futuro con il suo nuovo hardware Vision Pro, primo spatial computer a rivoluzionare l’interazione tra uomo e macchina unendo in maniera innovativa il mondo fisico con quello digitale attraverso sensori di realtà aumentata. La periferica, infatti, è completamente controllabile dall’utente utilizzando direttamente occhi, mani e voce, una possibilità finora vista soltanto nei migliori film di fantascienza. Vision Pro sarà disponibile a partire dal prossimo anno negli Stati Uniti presso il sito e i rivenditori del marchio, per un prezzo di listino di 3.499$.

«Oggi segna l’inizio di una nuova era per l’informatica. Proprio come il Mac ci ha introdotto al personal computing e l’iPhone ci ha introdotto al mobile computing, Apple Vision Pro ci introduce allo space computing.» ha annunciato il CEO di Apple Tim Cook «Basato su decenni di innovazione Apple, Vision Pro è anni avanti e diverso da qualsiasi cosa creata prima, con un nuovo rivoluzionario sistema di input e migliaia di innovazioni rivoluzionarie. Sblocca esperienze incredibili per i nostri utenti e nuove entusiasmanti opportunità per i nostri sviluppatori».

Il design del nuovo hardware di Vision Pro si contraddistingue per l’utilizzo di materiali avanzati e per il suo formato indossabile compatto. Il dispositivo utilizza il nuovo sistema operativo VisionOS, la cui interfaccia tridimensionale riconosce la luce naturale e proietta ombre, permettendo così una navigazione e interazione intuitiva. Il sistema di visualizzazione, invece, comprende ben 23 milioni di pixel in due schermi micro-OLED delle dimensioni di un francobollo. Tramite FaceTime sarà possibile interagire con tutte le app della periferica, oltre che fruire di materiali audio e video in maniera del tutto nuova. La periferica può trasformare ogni spazio di circa 30 metri (100 piedi) in un ambiente cinema personale, include un sistema di riconoscimento EyeSight, che rende lo schermo trasparente all’avvicinarsi delle persone per permettere l’interazione, oltre che opzioni di audio avanzate. Il dispositivo dispone, inoltre, delle funzionalità Optic ID per garantire privacy all’utente grazie a un sistema di autenticazione sicuro e di crittografia dei dati personali.

Francesco di Nuzzo

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