Features

Visita in manifattura: la magia di A. Lange & Söhne

By
on
17/07/2019

Come nascono i capolavori di Lange: alla scoperta dei segreti della Maison a Glashütte, in Germania.

La manifattura di A. Lange & Söhne a Glashütte, nella valle sassone culla dell’Alta Orologeria tedesca, è un’unità produttiva moderna, inaugurata nel 2015 dopo meno di tre anni di lavori, che rappresenta l’anima e la vocazione di A. Lange & Söhne: innovazione nella tradizione, che si declina in ampi spazi, finiture moderne, luminosità.

L’abbondante luce naturale che pervade ambienti e reparti è consuetudine nelle manifatture orologiere, ma non è così scontata per questa, data la morfologia della valle e la posizione dell’edificio stesso.

Durante la nostra visita abbiamo toccato con mano e attraversato diversi reparti di produzione da cui nascono i capolavori di A. Lange & Söhne. Stanza dopo stanza, reparto dopo reparto, siamo entrati nel cuore della manifattura, incontrando volti, conoscendo storie personali e ammirando i processi produttivi che, dalla semplice spirale, portano alla creazione di alcuni degli orologi più belli e ambiti da appassionati e collezionisti.

Catena d’eccellenza

Prendiamo ad esempio uno dei “marchi di fabbrica” di A. Lange & Söhne, il sistema fuso/catena che troviamo nei Pour le Mérite. Seduto alla sua postazione, abbiamo incontrato Mike, che abbiamo ribattezzato “l’uomo-catena”.  È infatti lui ad assemblare questo delicatissimo elemento.

Munito di microscopio e di una calma olimpica, Mike ci ha spiegato che impiega 3-4 giorni per l’assemblaggio completo della catena. Del resto, si tratta di una parte del movimento composta da 636 pezzi, lunga 15 cm e dal peso di poco meno di 1 grammo, in grado di reggere un peso di circa 2 kg.

Dei 636 pezzi, i perni sono la parte forse più stupefacente; Mike ce ne ha prima mostrato uno al microscopio e poi lo ha posato su una moneta da 1 centesimo, per farcene apprezzare le dimensioni: confessiamo che, a occhio nudo, abbiamo fatto fatica a scorgerlo.

Multiculturalità e tradizione

A proposito di volti, anche il reparto complicazioni della manifattura ci ha riservato un incontro molto interessante: Justin, giovanissimo artigiano che viene dalle Isole Cayman. Da un caldo paradiso tropicale (prima che fiscale…) a una gelida valle affogata nel centro dell’Europa più antica, a testimonianza del fatto che la passione e l’eccellenza non fanno distinzione di latitudine o colore della pelle. E a sottolineare come A. Lange & Söhne, pur nella fierezza della propria tradizione sassone, è aperta al mondo e alle migliori professionalità.

Investire nelle complicazioni

Tornando al reparto complicazioni, in una Maison che fa proprio della complicazione la normalità, ci si aspetta di trovarlo pieno di orologiai in fermento. E invece no. Spazi ampi, molte postazioni ma poche di esse occupate.

Perché, ci hanno spiegato i nostri ospiti, più o meno tutti gli orologiai sono capaci di lavorare su tutte le complicazioni, ma ciascuno di essi è specializzato in una ben precisa. E, di questi, pochi sono coloro i quali sanno operare sulle più raffinate.

Complicazioni che, nel caso del Lange 1 e dello Zeitwerk danno vita a due delle collezioni più celebri, che proprio per la loro posizione chiave nell’offerta di A. Lange & Söhne hanno spinto la Maison a creare dei reparti appositamente dedicati a loro.

In particolare, ci ha colpito poter attraversare il grande reparto nel quale il Lange 1 viene assemblato dal primo all’ultimo elemento, in una catena virtuosa che vede passare ogni pezzo attraverso mani sapienti (non di rado femminili e delicate), fino a raggiungere la forma finale che ogni appassionato conosce e apprezza.

Allo stesso modo, ci ha affascinato poter parlare con Christian, maestro orologiaio poco più che trentenne, responsabile di prodotto per lo Zeitwerk: con le sue spiegazioni non abbiamo sfogliato un libro stampato ma abbiamo apprezzato il calore e la passione che egli, come immaginiamo ogni altro impiegato in manifattura, nutre per il proprio lavoro e per l’oggetto che crea.

L’arte dell’incisione

Infine, il reparto incisioni, il vero laboratorio artistico della manifattura A. Lange & Söhne. Qui, più che altrove, due sono le caratteristiche che colpiscono all’ingresso: il silenzio e la luce. Poche postazioni, pochi artisti che lavorano al microscopio incidendo le parti decorate del movimento con una rapidità e una maestria sconcertanti.

Ogni incisione è un’impronta digitale: dalle sue caratteristiche uniche è possibile sapere quale artigiano ha lavorato il pezzo, perché ciascuno di essi ha il proprio stile e la propria “calligrafia”. E, se è vero che soprattutto l’eccellenza tecnica distingue gli orologi della Maison, le loro decorazioni hanno quasi lo stesso peso nell’economia di un segnatempo di altissima manifattura. Inoltre, ogni incisore deve prendersi cura in prima persona della propria postazione e dei propri attrezzi come se fossero patrimonio personale.

Proprio sull’incisione è terminata la nostra esperienza in manifattura. Muniti di bulino, occhiali di ingrandimento e di un foglio di carta su cui abbozzare un disegno, sotto lo sguardo attento e teutonico della responsabile del reparto, abbiamo dovuto incidere quel disegno su un ponte del bilanciere grezzo. Facendoci la grazia, ci è stato detto, di avere tra le mani un ponte circa cinque volte più grande di uno originale.

Risultato: più imbranati di un hawaiano sugli sci e prodotto finale più simile a un graffito camuno che a una decorazione di Lange. Pazienza, forse con la penna ce la caviamo meglio che con il bulino. Di sicuro, da questa visita ci è rimasta l’impressione di essere stati in famiglia, più che in azienda. Una famiglia giovane per la sua età media, moderna per la sua visione imprenditoriale, matura per la sua storia.

Davide Passoni

TAGS
RELATED POSTS