Le nuove tecnologie hanno il pollice verde. Come dimostrano le nuove invenzioni che stanno migliorando la salute delle piante
Uno dei pregi delle ultime invenzioni tecnologiche come Wázai è la loro capacità di scacciare i pensieri negativi. Che non sempre emergono quando si è in grado di intervenire. L’esempio classico è quello della vacanza estiva, che sa come nascondere alcuni tranelli imprevedibili. È sufficiente un solo momento per portare di nuovo la mente verso le mura abitative, tendendo poi a focalizzarsi sull’unico punto fatale, quello in grado di rovinare la giornata. Sarà capitato a molti di dimenticarsi di annaffiare le piante prima della partenza. Ma la società taiwanese Abilliant ha trovato un sistema davvero efficace per intervenire anche a distanza. Che sia giorno o notte, all’utente basterà uno smartphone per conoscere lo stato di salute di ogni pianta, grazie a un sistema che incrocia più parametri, sia interni (l’acqua) che esterni (il calore).
Wázai, cos’è?
Wázai è il nostro piccolo assistente di fiducia, quello che non ci abbandona quando la mente viaggia su altri pensieri più incombenti. Il suo supporto è tutto dentro un applicazione del telefono, permettendo di essere in costante aggiornamento sullo stato di salute della pianta. Questo grazie a due fattori fondamentali per il suo funzionamento. Il primo è il vaso, che se all’esterno sembra un contenitore in plastica elegante, è in realtà uno strumento in grado di eseguire diverse funzioni. Prima di tutto, è molto resistente a raggi ultravioletti. In secondo luogo, è dotato di sensori, come quello della luce solare, in grado di percepire anche i cambiamenti più impercettibili. In più, con Wázai non ci si deve preoccupare dell’acqua, regolata in maniera autonoma a seconda del tipo di pianta e degli indicatori ambientali, come la temperatura.
L’app, come funziona
Ovvio che questo ha una sua efficacia se dall’altra parte c’è un sistema intelligente in grado di gestire il tutto senza intoppi. Per questo, l’applicazione installata sul cellulare rappresenta l’anima di Wázai. Ma prima di tutto ciò, bisogna partire dalle radici. Il supporto anche in questa caso è utile per chi è alle prime armi. Chi vuole affacciarsi in questo mondo, ha ancora pochi strumenti per comprendere non solo la pianta, ma anche il suo fabbisogno quotidiano. Una volta inserita la terra e il seme, si potrà poi selezionare il profilo che rientra tra le oltre 80 specie disponibili in Wázai, suddivise in tre gruppi: le piante per interni, esterni, da ombra.
La scelta rimane all’utente
Ciascuna è diversa dall’altra, e a seconda delle caratteristiche interne e dei fattori esterni (come l’esposizione al sole) l’app interviene con delle segnalazioni nella parte inferiore dello schermo. Tutto, dalla stagione, il sole, il vento, fino alle temperature e le precipitazioni abbondanti, può influire. Per questo, Wázai vuole essere d’aiuto all’utente, e non sostituire quindi il ruolo che sta dietro alla cura di ogni pianta. È vero che il contenitore idrico (di 1,8 litri) viene gestito dall’app, stimando il consumo giornaliero e l’autonomia d’acqua (calcolata in giorni); e lo è altrettanto per quanto riguarda la modalità “vacanza”, che offre la possibilità di gestire da remoto il vaso fino a 21 giorni. Ma l’indicazione passa sempre dalla mano dell’uomo, che può monitorare la pianta anche quando si trova in viaggio.
Wázai e gli altri
Non è però l’unico progetto. Su Handbook si è già parlato di Agricooltur, creato da un’azienda di Torino usando la coltivazione aeroponica. Ma rientrando dentro le mura di casa, il consiglio è di dare uno sguardo a Rotofarm, che spicca sugli altri per il suo design futuristico, e un modello circolare che, ruotando, favorisce la crescita della pianta, così da velocizzare il processo quando la gravità non va ad intaccare il suo sviluppo. Se si ha davvero poco spazio, si può optare per Poty, che può ospitare fino a 40 piante, supportate anche loro da un software che permette la regolazione autonoma di acqua.
Riccardo Lo Re